Oggi farò una chiacchierata su Instagram riguardo i libri. Libri con una funzione particolare: rendere liberi e rendere migliori. Sì perché l’argomento che andremo a trattare è la lettura in carcere. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. In un’ottica di Biblioterapia, le potenzialità dei libri in un setting simile sono davvero tante, ma tutt’altro che semplici da generare. Ci sono molti fattori che influenzano la lettura in carcere: la bassa scolarizzazione della popolazione carceraria, la difficoltà di creare dei gruppi di Biblioterapia, la necessità di tenere in considerazione gli stranieri e altro ancora. Di tutto questo dialogherò con Giulia De Rocco, con cui ho studiato all’Università e con cui collaboro, che ha focalizzato le sue attività con i libri verso migranti, senzatetto, detenuti e altre categorie sociali svantaggiate.
Vi aspetto alle 17.00 su Instagram nel mio canale @biblioterapiaitaliana per “Non più di mezz’ora”.