Partiamo da una certezza: tutti i libri sono per tutti. Detto questo, facciamo una constatazione: gli uomini e le donne spesso leggono generi letterari diversi. A parte il fatto che le donne leggono più degli uomini, in molti casi sono maggiormente disposte a curiosare nei libri diversi da quelli cui sono abituate. L’uomo, invece, rigidamente rimane all’interno dei suoi gusti. Naturalmente questi sono dati che provengono dalla mia esperienza personale e valgono quel che valgono. Ma quando m’imbatto in post sui social in cui un uomo afferma “Altro che romanzi: saggi tutta la vita” sento che i miei dati vengono confermati. Se poi considerate che a Madame Bovary veniva proprio rimproverato di leggere romanzi come fosse una colpa tutta femminile, è facile capire quanta strada ci sia ancora da fare. E dire che Calvino si rivolterebbe nella tomba se sentisse considerazioni di questo genere, lui che ha creato alcune opere che si reggevano completamente sul linguaggio e sulla fantasia. Eppure era un uomo e pure molte sue letture erano di romanzi.
Il romanzo come risorsa personale e intellettuale rimarrà sempre una chimera per gli uomini? Io credo che il loro problema stia nella passione: il sacro fuoco dell’amore per la lettura difficilmente li prende. Non credo siano molti gli uomini che restano svegli la notte per finire un libro. Certamente non più delle donne. Men che meno sono disposti a condividere pubblicamente, in gruppi o anche tra poche persone, quando da quel fuoco sono catturati. Sarà che gli uomini sono maggiormente pudici in amore? Allora forse potremmo assolverli: se si tratta di un amore segreto che non si vuole svelare, allora è perdonabile. Soprattutto se si tratta di amore per i libri.