Poco tempo e sarà assegnato il premio Nobel per la letteratura.
E’ vero che questo premio nel tempo ha perso d’importanza. E’ vero che i criteri di scelta sono dubbi. E’ vero che finisce sempre di sentire il nome di perfetti sconosciuti. Ed è pure vero che l’italiana autoproclamatosi candidata probabilmente si è fatta solo pubblicità (vedi qui). Ma la speranza di sentire il nome di un autore amato c’è sempre. Guardare al Nobel per la letteratura è come guardare al simbolo che rappresenta una comunità, in questo caso quella dei lettori.
Qui trovate un articolo davvero ben fatto sui papabili (e non se ne trovano molti di articoli così) dove, immancabilmente, Murakami viene nominato, ricordando Philip Roth che il premio l’ha aspettato una vita senza vederselo mai assegnato.
Nonostante questo io alle 13 mi sintonizzerò qui e spererò di sentire un nome amato e, in caso contrario, comincerò a cercare tutto quello che c’è da sapere su di lui. Ovviamente tutto questo lo faccio ogni anno (lavoro permettendo) e ogni anno mi diverto a farlo. Anche se sono uno sconosciuto, anche se sono uno tra milioni, in questo giorno mi sento un Lettore cittadino del mondo. La mia Patria sono i libri e i miei fratelli sono tutti quelli che leggono le stesse parole che leggo io.