Il bullismo è un fenomeno non facile da contrastare. Nonostante gli sforzi, i risultati per una vera e propria prevenzione mostrano risultati scarsi. Tuttavia, è necessario che il messaggio contrario al bullismo arrivi forte e chiaro, così come è indispensabile supportare il bambino bullizzato fornendogli supporto e favorendo la sua espressione di fronte a ciò che gli accade. E’ sempre più considerato efficace lavorare su un’intera classe piuttosto che lavorare sul singolo bambino bullizzato o su bulli. Un lavoro di classe permette di mostrare comportamenti e dinamiche adeguate, spingendo il gruppo verso la coesione e la resilienza, dimostrando che i bulli sono pochi e la maggior parte della classe è solidale. La biblioterapia, in quest’ottica, è uno strumento che può essere efficace, praticabile e con un buon rapporto costi/benefici.
DESCRIZIONE DELL’ARTICOLO
In questo lavoro del 2011 intitolato Strengthening Elementary School Bully Prevention With Bibliotherapy, non troviamo una ricerca, ma linee guida per utilizzare risorse utili per gli insegnanti e per coloro che si occupano del problema con il supporto di motivazioni e ricerche di riferimento. La biblioterapia ha alle proprie spalle tutta una serie di ricerche, che riguardano il bullismo che la indicano come una strategia praticabile ed efficace. Gli studiosi indicano la necessità di intraprendere altri studi, ma rilevano la già comprovata validità del metodo in seno agli studi di psicologica congnitivo-comportamentale. L’utilizzo della letteratura e della lettura a voce alta in classe va quindi indirizzata con un obiettivo non didattico, ma di prevenzione dei problemi di bullismo con particolare efficacia laddove esista un progetto ben specifico e non solo letture a spot.
L’efficacia della biblioterapia dipende dal tipo di lettura scelta: non deve essere troppo semplicistica, deve essere adatta al tipo di allievi a cui è destinata, deve contenere gli elementi e gli argomenti desiderati, deve avere un tipo di narrazione in grado di trasmettere il messaggio in modo efficace. Trovare il libro giusto richiede un certo dispendio di tempo e per questo può essere utile servirsi di alcuni strumenti per individuare più facilmente il libro da analizzare e scegliere. Possono essere schede esplicative, oppure la consultazione di un bibliotecario in grado di dirigere in modo mirato la scelta. Ci sono casi in cui è possibile consultare lo psicologo scolastico per confrontarsi sull’efficacia del testo.
Il libro va letto ad alta voce, così da rendere l’esperienza condivisa e non mettere in svantaggio chi legge più lentamente. L’insegnante deve porre domande mirate, che permettano lo svilupparsi del processo di identificazione, con successiva catarsi e, infine, l’introspezione. E’ importante le parole che l’insegnante utilizza perché svilupperà un linguaggio condiviso che potrà accompagnare la classe per tutto l’anno. Fondamentale è leggere e discutere, ma far sentire ai bambini che gli adulti sono sempre presenti e disponibili per discutere meglio e per affrontare questioni di cui sentono la necessità di parlare.
CONCLUSIONI
L’utilità della biblioterapia è ormai stata accertata. L’applicazione non è però sempre semplice. Talvolta riuscire a superare l’utilizzo didattico della lettura a favore di un approccio biblioterapeutico può essere complicato perché gli insegnanti non sono abituati a ragionare in vista dello sviluppo di identificazione-catarsi-introspezione.