Graphicmedicine.org è il sito americano che ha dato vita alla diffusione su scala internazionale della Graphic Medicine, ovvero l’utilizzo delle graphic novel o, se preferite, dei fumetti come strumento per l’educazione socio/sanitaria.
Gli educatori di ogni campo non dovrebbero sottovalutare questo metodo di Medicina Narrativa. La comunicazione tramite immagini è diventato imperante e il successo di Instagram lo dimostra.
La Graphic Medicine ha pregi non indifferenti: può arrivare anche a persone con un livello di competenza culturale e linguistica medio-bassa; i più giovani sono a loro agio con i graphic novel perché parlano un linguaggio che conoscono bene. In questo modo sono maggiormente disposti a leggerli, con conseguente possibilità di parlare di argomenti difficilmente condivisibili tra agenzie educative e socio-sanitarie e ragazzi. E ancora: la Graphic Medicine raggiunge i bambini con estrema facilità, rendendo possibile spiegare ciò che non lo è con le parole. Tutto questo non sorprende? Davvero incredibile è, allora, la possibilità di parlare ai professionisti della salute di argomenti legati ai loro sentimenti e alle loro emozioni legati al loro ruolo, così come di bioetica (qui potete vedere un esempio interessante).
E’ stata da poco pubblicata una revisione della letteratura (qui l’articolo che ne parla) che dimostra come vi sia un aumento esponenziale della produzione di lavori di Graphic Medicine. Cosa significa questo? Che da più parti è aumentata la consapevolezza di quanto possa essere efficace. Ma se da una parte è un’ottima notizia, dall’altra lascia degli interrogativi. In Italia questo genere di strumento è quasi completamente sconosciuto. Alcune pubblicazioni e studi esistono ma, come la Medicina Narrativa stessa, ci sono notevoli difficoltà a spostare la teoria nella pratica. Se sulla carta sono tutti d’accordo nell’affermare l’utilità della Medicina Narrativa e di tutte le sue branche, quando si tratta di sviluppare strategie per inserirle nelle corsie di ospedale o in progetti socio-sanitari a diversi livelli sorgono ostacoli che sembrano insormontabili. Ma perché continua questa dicotomia tra teoria e pratica nel nostro Paese?
Infine: potrà sembrare impossibile, eppure anche oggi che la pandemia imperversa, la Graphic Medicine trova una sua utilità. Qui potete trovare i primi lavori che si stanno sviluppando intorno al Covid-19.
Se crediamo che la scrittura, l’arte, la narrazione siano in grado di sostenerci, perché non dovrebbero farlo anche ora?