Se mi sono rallegrato riguardo le librerie lasciate aperte dall’ultimo Dpcm di contrasto alla pandemia (qui), sono rimasto perplesso che lo stesso obblighi la chiusura delle biblioteche. Ma perché?
Senza alcuna intenzione di far polemica, devo dire che già in partenza le cose non sono state molto chiare, quando sono state riaperte tutte le attività. Soprattutto, non si è mai capito perché esistesse per le biblioteche l’obbligo di mettere i libri in quarantena prima di prestarli mentre per le librerie, dove i libri si possono sfogliare comunque liberamente, questo problema non esistesse. Forse, penso io, il contatto con il libro è ridotto e i tecnici hanno rilevato che il problema non esiste, non so. Questi e altri punti sono controversi, non facilmente comprensibili. C’è un punto, però, che davvero non comprendo: perché chiudere un servizio di prestito necessario proprio a chi ha difficoltà economiche mentre le librerie, accessibili a chi ha soldi da spendere, sono state lasciate aperte? Ovviamente penso che entrambe dovrebbero essere accessibili in questo periodo, quindi non trovo il razionale di questa decisione. Ancor meno lo comprendo leggendo il comunicato (qui) dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche).
Lungi da me criticare le disposizioni vigenti: il Covid esiste, sta facendo danni e bisogna correre ai ripari. Però un luogo poco affollato e gratuito come le biblioteche meritava di restare aperto. Certo, senza l’utilizzo delle sale di consultazione, ma con la faccia amica del bibliotecario che consegna gli amati libri sarebbe stata una grande cosa. Anche questo sarebbe stato utile per portare un po’ di luce in questi momenti bui.
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