Il concetto di Vaffanculoterapia è semplice ed efficace: dire ciò che si pensa può essere benefico fino a farci star bene. Ma c’è un problema: non sempre riusciamo a farlo. Non solo. Spesso non siamo neppure nella condizione di realizzarlo. Ci sono situazioni per cui il rapporto costo/beneficio propende per il non dire. E quindi? In questi casi ci sono condizioni intermedie dove è possibile esprimersi, ma non troppo. La vera difficoltà sta in quei casi, in cui entrano a far parte molti di noi, dove non riusciamo proprio a ribellarci e dire quello che va detto. Non è più la condizione di interesse a indurci a stare in silenzio, ma una sostanziale incapacità molto spesso legata al timore del senso di colpa. I “vaffa” che più fatichiamo a mandare non sono verso il nostro datore di lavoro o il nostro collega. Le situazioni critiche si realizzano verso i nostri amici e familiari. Più ancora verso i nostri partner. Non confondiamo il “vaffa” con il semplice “mandare al diavolo” chi ci disturba, cosa più che naturale e legittima. Parliamo di una ribellione sana che non si riesce a sbloccare perché inibiti o preoccupati delle reazioni altrui, ma ancora di più spaventati dalle nostre stesse reazioni, dimenticando che spesso è il miglior modo per migliorare una relazione sbilanciata.
Ti interessa questo argomento? Lunedì 4 gennaio 2021 alle 20.30 terrò un laboratorio online sull’argomento, dove utilizzerò testi di libri da analizzare insieme e con cui confrontarci. Saremo seri, ma più spesso rideremo dei libri e di noi. La data non è casuale: questo inizio dell’anno è il mio “vaffa” al 2020. Qui potete trovare tutti i dettagli.