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Uno strano ripartire: serve gioia per farlo

 

Mi fa uno strano effetto ripartire in questo 2021. Stasera terrò il primo laboratorio del 2021 e sarà sulla Vaffanculoterapia. Non è il primo per caso, ma un modo per lasciarsi alle spalle l’anno passato. Eppure ricominciare con una nuova prospettiva non è semplice. Quel taglio netto dalle brutte cose vissute fino a qui non riesco a percepirlo. Vivo un senso di continuità che, non ho dubbi, è più che normale, ma mi infastidisce. Tanto più che la mia nuova vita immersa nei libri mi sta dando grandi soddisfazioni e so che il conforto che mi serve in loro lo troverò sempre. Credo che lo sforzo necessario, e che tutti dovremmo compiere, è tenere uno sguardo fiducioso verso il domani, nonostante tutto. Nonostante la consapevolezza che il passaggio da un anno all’altro non è un sortilegio che cambia il mondo; nonostante il permanere di una situazione difficile per ognuno di noi.

Il vaffa di stasera vuole guardare alla difficoltà di molti nel dire sinceramente e in modo veemente ciò che si pensa, così da liberarsi dalla rabbia trattenuta, però senza sensi di colpa. Ma è anche un vaffa verso l’incertezza continua in cui viviamo. E spontaneamente affiora nella mia mente il titolo di un libro che è anche un manifesto: L’arte della gioia di Goliarda Sapienza. La suggestione fornite da queste parole ci fornisce un’indicazione: serve perizia e pazienza per coltivare la gioia, che dobbiamo imparare a tenere viva sempre e in ogni caso.

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