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Libri che disturbano anziché arricchire esistono?

 

Recentemente ho letto un libro che all’inizio mi sembrava bello e interessante. Si trattava de Il bambino che trovò il sole di notte di Luca Di Fulvio. Avevo letto delle recensioni buone, mi serviva un testo leggero, ma coinvolgente e mi sono buttato. E’ la storia di un principe nel Medioevo di 10 anni a cui viene sterminata la famiglia e che si ritrova protetto da una serva della gleba e sua figlia. La storia in sé è bella: il dramma, la salvezza, la crescita, l’amore, le difficoltà e via discorrendo. Ma molto presto è cominciata una serie di descrizioni macabre e pruriginose. Gente scuoiata viva, figlie poco più che bambine violentate, il cattivo della situazione descritto nel suo godimento perverso e altro. Arrivato a metà di questo libro, che conta quasi settecento pagine, l’ho mollato. Non potevo credere che giunto a quel punto non fosse ancora cessata questa continua presenza di descrizioni fastidiose ed esibizioni di dolore e umiliazioni: non ne potevo più! Capisco che certe descrizioni possano essere funzionali alla storia, ma in questo caso mi è sembrato ci fosse un eccesso di sadismo che, come lettore, mi rifiuto di assecondare. E poi, la copertina quasi da libro per ragazzi: possibile?

Forse è un mio problema? Qualcuno di voi l’ha letto? Avete anche voi abbandonato un libro per lo stesso motivo? Se avete voglia, commentate qui sotto.

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