Trovato quasi per caso mentre cercavo libri che parlassero di sorellanza, mi sono messo in lettura con avidità. In parte questa avidità è stata soddisfatta, in parte no: ecco perché
TRAMA: Clara è una donna anziana che vive nella grande casa di famiglia insieme a Beppina, la sua donna tuttofare da sempre. Non è una donna felice e i suoi ricordi sono dolorosi, soprattutto in rapporto alla sorella maggiore, che è stata la causa principale delle sue sofferenze, che a distanza ricorda con distacco e rammarico, ma anche con un sommesso rancore. Ma non è chiaro quanta responsabilità abbiano avuto entrambe le sorelle nei matrimoni falliti, nei tradimenti e nelle tante difficoltà della vita. E solo alla fine, durante il narrare dei ricordi di una voce esterna, si scoprirà che i punti di vista possono essere davvero differenti nel giudicare la vita e la realtà.
COMMENTI: bella la scrittura di Fedrigotti, ma non sempre scorrevole. I discorsi diretti sono completamente assenti e la cupezza delle descrizioni necessaria a trasferire l’umore della protagonista si trasferisce talvolta al lettore. Profondi i profili psicologici ed estremamente ricca la descrizione. L’ambientazione è principalmente in Trentino Alto Adige e in Veneto. Gli eventi si dipanano in un periodo che va da prima della Grande Guerra agli anni Settanta/Ottanta circa (non è specificato)
DATA DI PUBBLICAZIONE: 1991
L’AUTRICE: nata il 3 marzo 1948 a Rovereto, Isabella Bossi Fedrigotti è stata giornalista per il Corriere della Sera. Ha esordito con il libro Amore mio, uccidi Garibaldi. Il romanzo Di buona famiglia ha vinto il premio Campiello nel 1991. Nel 2019 ha vinto il Campiello alla carriera.