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Quando arte e narrazione s’incontrano

Sabato 9 ottobre si è concluso un progetto a cui lavoravo da più di un anno. Un progetto molto diverso da quelli a cui sono abituato e per questo particolarmente difficile, ma estremamente prezioso. Si è trattato di collaborare con l’artista Silvio Fazio, pittore che nella sua ultima mostra ha abbinato a ogni dipinto un racconto scritto da lui stesso. Il mio compito è stato quello di curare il catalogo della mostra, facendo dialogare i quadri con i racconti in un percorso narrativo che trasformasse il catalogo in un vero e proprio libro da leggere, anche se in modo molto particolare. Successivamente, ho organizzato l’inaugurazione della mostra insieme alla storica dell’arte Sabrina Baldanza e all’arpista Emiliano Martinelli attraverso la lettura espressiva di alcuni dei racconti. Ed è quello che è accaduto sabato.

Arte e biblioterapia

Da qualche anno lavoro unendo l’arte e la biblioterapia insieme. Ho iniziato collaborando con Sabrina all’interno di conferenze artistico-letterarie in cui alle sue spiegazioni da storica dell’arte, m’introducevo con spiegazioni sulla biografia dell’artista e con letture espressive ad alta voce utilizzando libri che raccontavano aneddoti o episodi significativi della sua vita. Da questa collaborazione sono nati progetti che mi hanno dato tanta soddisfazione: La felicità di Leondardo, riguardo Leonardo da Vinci, e Una magnifica giovinezza su Raffaello Sanzio. È stato entusiasmante, ma mancava la parte interattiva con il pubblico: in biblioterapia anche chi ascolta poi dovrebbe parlare. Per tale motivo ho iniziato a lavorare su nuovi progetti in cui, in un contesto d’aula, veniva mantenuto l’aspetto artistico, ma inserendo l’interazione tipica della biblioterapia. La prima esperienza è stata  con L’arte di essere liberi seguita l’anno successivo da La libertà di essere bella. Mi aspetta per il 2022 un nuovo laboratorio di biblioterapia e arte sul tema delle libertà intitolato Luci e ombre del Paese più libero del mondo tra letteratura e arte che avrà come argomento l’arte e la storia dei diritti negati negli Stati Uniti d’America e che terrò insieme a Sabrina Baldanza. Nell’attesa con lei ho lavorato alla creazione di questa mostra e del libro-catalogo Racconti in tempo irreale nato da un’idea di Silvio Fazio che abbiamo sposato con grande slancio e che non si fermerà con l’inaugurazione di sabato.

Uno strumento letterario per unire biblioterapia e arte

Il lavoro che ho svolto nella curatela del libro-catalogo Racconti in tempo irreale mi ha dato la possibilità di analizzare l’arte da un punto di vista narrativo. Ogni opera pittorica dà vita a un’interpretazione individuale che nasce dall’ammirazione di un dipinto che, senza parole, racconta una sua storia. I racconti abbinati ai quadri permettono una possibilità in più: confrontare la propria interpretazione con quella del pittore. In questo caso la sfida è ancora più allettante perché i racconti non spiegano il quadro, ma nel quadro trovano un simbolo, ancora una volta interpretabile, una specie di metaracconto che si modifica a seconda della prospettiva di osservazione. Sono profondamente convinto che le contaminazioni di linguaggi siano fondamentali per trovare nuove strategie riflessive personali e per guardare la realtà del mondo. Passando attraverso questo incredibile filtro illuminante rappresentato dalla fusione di arte e letteratura possono nascere nuovi percorsi di crescita personale. Se aggiungiamo la musica si possono prospettare anche opportunità di percorsi di bibliomusictherapy.

L'esperienza a Novara

Non posso non condividere le emozioni provate durante l’inaugurazione della mostra. Io che ho svolto la mia professione per quasi tre decenni in un ambiente sanitario dove il tecnicismo e la rigidità erano predominanti, entrare in una sala antica e splendida come la Sala dell’Arengo di Novara e poter lavorare in tutt’altro settore con letture e musica, è stato incredibile. Confesso che dopo più di un anno in cui non ho fatto nulla di questo tipo con un pubblico in presenza, il contatto con la gente è stato emozionante. Sentire le proprie sensazioni attraversare la sala e giungere ai presenti è stato commovente. Non sono un attore, sono solo un lettore, eppure non credo sia molto diverso il sentire che si prova in quei momenti di esibizione. Per me è sicuramente una cosa importante, sempre arricchente e generatrice di nuove idee da restituire.

Oltre l’aspetto della prestazione, sono stato colpito dalla mostra. Per mesi e mesi ho maneggiato sul pc quelle immagini, ma che sorpresa rivederle dal vivo! Se teoricamente ho sempre saputo come i dipinti non rendano in video quanto dal vivo, sperimentarlo in questo modo ha reso molto più forte tale convinzione. 

Adesso lascerò decantare il mio entusiasmo, per poi riprendere in mano i splendidi Racconti in tempo irreale e costruirci sopra un progetto di biblioterapia: non vedo l’ora!

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