La biblioterapia non va certo intesa come una cura medica, ma come un prendersi cura si sé e degli altri con l’aiuto dei libri. Eppure anche con questo tipo di biblioterapia esistono degli effetti collaterali che hanno una caratteristica particolare: non sono negativi, ma auspicabili e desiderabili.
Conoscenze non volute
Chi partecipa ai laboratori di biblioterapia non deve avere alcun prerequisito scolastico o di conoscenza. Solitamente partecipano persone che leggono molto, ma non è obbligatorio. Ho avuto nei miei corsi persone che leggevano davvero poco, ma che hanno tratto buoni risultati. Per questo la presentazione dei libri utilizzati mira a essere attraente e coinvolgente. Le persone devono prima di tutto sentire la piacevolezza del testo per poi comprenderlo e vederlo utilizzato come strumento di discussione nel gruppo. Inevitabilmente questa piacevolezza stimola la memorizzazione, che passa attraverso un processo legato alle emozioni e non alle funzioni strettamente cognitive. In questo modo, vengono acquisite conoscenze inattese. Titoli di libri sconosciuti, eventi storici poco noti, vicende biografiche dell’autore mai sentite: sono solo alcune delle cose che possiamo citare come effetti collaterali. Non sono negativi, ma neppure sono ottenuti con intenzione.
Diminuzione della paura dei classici
La biblioterapia offre i libri che gli utenti sono in grado di utilizzare. Non esiste il mito dell’alta letteratura, ma solo quello del libro giusto per la persona giusta. Ma il biblioterapista sa che talvolta nei classici è possibile ottenere cose più che in altri e quindi cerca di utilizzarli in alcuni casi, ma rendendoli più accessibili. In questo modo, la discussione nel gruppo viene generata senza che il testo sia sentito come pesante. Quando i partecipanti del gruppo si rendono conto con stupore che sono stati in grado di sentire il piacere di un classico, ecco che cominciano ad avere meno timore nell’affrontarli. Spesso si tratta di preconcetti nati dal percorso scolastico e per questo c’è bisogno di uno sforzo per superarli. La necessità di scegliere dai testi i passi più particolari e più piacevoli permette, indirettamente, di smentire la fama negativa di molti classici della letteratura, permettendo alle persone di riprenderli in considerazione.
Modificazione di alcuni gusti letterari
Ogni persona giunge nel laboratorio di biblioterapia con i propri gusti, spesso ben determinati e mantenuti a lungo nel tempo. Non esiste mai in biblioterapia un obiettivo legato al cambiamento dei gusti di lettura. Eppure accade talvolta che le persone entrino in contatto con libri mai considerati prima. Quante volte ci siamo sentiti consigliare un libro, ma il titolo non ci convinceva o l’autore ci stava antipatico? Nei laboratori, il biblioterapista valuta i gusti dei partecipanti, ma è solo uno dei dati che deve tenere in considerazione. Di conseguenza, alcuni corsisti si trovano ad ascoltare un testo che spontaneamente non avrebbero mai scelto. Da questo incontro talvolta nascono nuovi amori letterari, passioni per un autore o un genere letterario mai presi in considerazione prima.
Per concludere
Conoscete la storia del Viagra? Voleva essere un farmaco per i disturbi cardiovascolari, ma come effetto collaterale portava un’erezione non voluta. In questo caso abbiamo un’efficacia del rimedio con effetti collaterali positivi: che vogliamo di più?
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