Prendere atto
È una questione comune a cui poniamo poca attenzione: riusciamo a guardare noi stessi con occhi diversi nel momento in cui siamo capaci di confrontarci. In questo, i libri possono darci un grande aiuto. Le storie sono in grado di proporci situazioni relazionali e personali che generano domande importanti. Non si tratta di una elaborazione. Stiamo parlando della fase precedente, quando si prende atto di una condizione di cui prima non eravamo coscienti.
Uscire dal circolo vizioso della scelta
I libri sono davvero incredibili nel creare in noi scenari mai visti e mai immaginati. Avere delle proposte di lettura durante un laboratorio di biblioterapia significa scegliere testi che probabilmente non si sarebbero incontrati. Questo permette, anche a chi tende a leggere sempre le stesse cose, di uscire dal circolo vizioso che una lettura consuetudinaria genera. Gli studi ci dicono che anche la scelta del libro da leggere crea degli effetti (vedi qui), ma oggi scegliere è molto più difficile di quello che pensiamo.
Assaggiare e vedere meglio
Se non cambiamo letture non possiamo rinnovare lo sguardo su noi stessi. Il vantaggio dei laboratori di biblioterapia è che vengono proposti brani su cui discutere, in grado di creare un primo contatto con libri completamente diversi da quelli che si sarebbero scelti da soli. “Assaggiando” piccole porzioni di testo e amplificando i suoi significati attraverso la discussione di gruppo, nasce il desiderio di leggere da soli l’intero libro. In questo modo, l’eco di ciò che è accaduto nel laboratorio va oltre il tempo della sua durata fornendo nuovi significati. E la capacità di osservare e osservarsi si dilata a dismisura. Da quel momento in poi lo sguardo su noi stessi inizia a modificarsi in un processo di continuo miglioramento.