Sono passati alcuni anni da quando ho visto un film che mi ha fatto pensare di fondare un Club di Jane Austen incentrato sulla biblioterapia. Gli originali club letterari nascono soprattutto nei paesi anglosassoni, negli Stati Uniti in particolare. Non si tratta di club istituzionalizzati, ma di incontri informali nelle case in cui si discute della scrittrice inglese e delle sue opere. Il club di Jane Austen è un film davvero molto leggero che nulla ha a che fare con la letteratura austeniana, ma che è stata per me come una chiamata sulla via di Damasco.
Conoscere Jane
Per avvicinarmi alla letteratura di Jane Austen, prima ho deciso di fare la conoscenza di Jane Austen. Per farlo, ho scelto una biografia solida e dettagliata. Ho scelto A casa di Jane Austen di Lucy Worsley, un libro che mi ha letteralmente trasportato nell’Inghilterra tra Settecento e Ottocento, facendomi scoprire dettagli e particolari mai sentiti prima e in grado di introdurmi ai sette libri di Jane (una volta conosciuta mi sono sentito suo amico e adesso la chiamo per nome) con grande facilità. Prima credevo che la noia imperasse in questo genere di libri. Dopo averla conosciuta ho scoperto un mondo che nel Club di Jane Austen che ho creato diventa un mondo condivisibile con tutti i partecipanti.
Quel che si fa nel Club di Jane
Innanzitutto, sfatiamo un mito: non serve aver letto i libri per partecipare al Club. Non è necessario semplicemente perché partecipare avendo letto o non letto i suoi libri rappresenta modalità diverse di vivere questo tipo di esperienza, ma entrambe valide e significative. Solitamente chi non ha letto i libri si trova invogliato a farlo successivamente. Oserei dire che è inevitabile. Questo è uno degli effetti collaterali della biblioterapia: cominci pensando a un’esperienza a senso unico e scopri che invece si tratta di un’esperienza multidirezionale. I fans di Jane non si stupiscono di queste affermazioni, ma capisco che per coloro che non hanno dimestichezza con questo genere di letteratura sia difficile crederlo. Pensate che Jeanette Winterson nella sua autobiografia Perché essere felice quando puoi essere normale ricordando l’aiuto ricevuto dalla lettura afferma:
La biblioteca ospitava tutti i classici della letteratura inglese, e qualche testo inaspettato come i libri di Gertrude Stein. Non avevo idea di cosa leggere, né da dove cominciare, così decisi di procedere in ordine alfabetico. Grazie a Dio, lei di cognome faceva Austen…
Era un’adolescente alle prese con la propria identità e affermazione del mondo, con un orientamento sessuale non ancora determinato e una situazione familiare a dir poco complicata. Ma proprio in Jane Austen trovò il modo di metter ordine dentro se stessa. Perché Jane ha qualcosa da dire a tutti. Non lo fa esibendo chissà quali trame assurde. È la sua quotidianità che mette in scena, con estrema chiarezza e un pizzico di ironia. Questo permette a noi del Club di entrare in quella quotidianità e confrontarla con la nostra, scoprendo punti di vista a cui non avevamo mai pensato.
Un uomo al Club: è possibile?
Quando ho dato vita alla prima edizione del Club di Jane Austen, ho cercato di pubblicizzarlo sui social. Ma come accade spesso in questi luoghi virtuali, non sempre si incontrano persone illuminate. Una donna ha cominciato a sbeffeggiarmi perché era assurdo pensare che a dirigere un Club di questo tipo ci fosse un uomo. Quando lo lessi la prima volta non potevo crederci: qualcuno crede che esista una prerogativa legata al genere sessuale per occuparsi di letteratura? Nei miei cinque anni di università alla facoltà di Lettere studiando autori di ogni genere non mi era mai neppure venuto in mente che qualcuno potesse avere un’idea simile. Ammetto che quando si tratta di laboratori in cui si parla di libri, il genere maschile è quasi assente. Purtroppo gli uomini si negano un’esperienza che potrebbe essere anche per loro utile e piacevole. Ma si sa, gli stereotipi sono duri a morire e gli uomini fanno più fatica a superarli. Ma che una donna mi scrivesse che un uomo non può gestire un’attività letteraria solo perché un certo genere di libri è considerato maggiormente dalle donne, non lo immaginavo proprio. Chissà cosa direbbe sapendo che faccio anche laboratori con Emily Dickinson! Credo invece di che questa mia presenza permetta un riequilibrio, una sorta di compensazione per il fatto che l’altra metà del cielo non c’è.
Il club di Jane Austen 2022
Martedì 11 gennaio 2022 darò vita a una nuova edizione del Club. Raccoglierò poche adesioni per rendere tutto più intimo. Lavorando online è una necessità ancora maggiore avere numeri piccoli. In questo modo si riesce davvero a sentire quell’intimità per parlare serenamente e trovare quella confidenza utile a rendere tutto più piacevole. Saranno 7 incontri. Il primo servirà per far conoscere Jane, la sua famiglia e la sua storia. Poi, in ogni incontro, si parlerà di un libro, andando in ordine di scrittura e non di pubblicazione. Questo ci permetterà di mettere meglio in collegamento la vita di Jane con e sue opere. E non ho dubbi che sarà un’esperienza entusiasmante.
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