Le funzioni della biblioterapia sono molte. Una di queste è la possibilità di osservare il mondo con occhi diversi. Nel laboratorio di biblioterapia si indossano occhiali particolari, che indirizzano lo sguardo verso direzioni nuove. Per questo è possibile rinnovare il proprio sguardo sul mondo e individuare punti di vista rinnovati.
Rischiare in un ambiente protetto
Ognuno di noi tende a rafforzare le proprie convinzioni. È un atteggiamento naturale, come quello di frequentare maggiormente persone che la pensano come noi. Trovarsi tra simili rende possibile un dialogo non attuabile in altra maniera. La biblioterapia procede in modo simile, eppure differente: riunisce persone accomunate dall’amore per i libri, offrendo loro la possibilità di osservare le cose in modo diverso, talvolta in contrasto con la modalità utilizzata fino a quel momento. È un’operazione complicata perché entrare in una dimensione scomoda talvolta mette in crisi. Farlo con la lettura di testi con la conduzione mirata e personalizzata, insieme alla condivisione con il gruppo permette però di proteggersi. È una modo per allontanarsi dalla comfort zone pur mantenendo una condizione di sicurezza.
Lettori temerari
Perché esplorare il mondo attraverso i libri con qualcuno e non da soli? Non sarebbe possibile scegliere un libro e indossare gli occhiali della biblioterapia senza la mediazione di nessuno e senza alcun compagno di viaggio? Sarebbe certamente possibile. Ci sono studi sulla biblioterapia che indicano come già la lettura autonoma possa spingerci verso un’osservazione nuova e quindi verso il cambiamento. Ma farlo con la biblioterapia è un’altra cosa. Non per forza migliore, certamente diversa. Il primo fattore che contraddistingue questa esperienza è il fatto che la scelta dei libri la compie il facilitatore e non i partecipanti. Questo è il primo elemento che allontana dalla comfort zone. Normalmente siamo abituati a scegliere le nostre letture secondo canoni precisi. Difficilmente scegliamo un libro troppo distante dai consueti cui siamo abituati. Avere qualcuno che ci propone libri diversi e ci accompagna nella lettura diventa un’esplorazione molto più avventurosa e produttiva. Solitamente il facilitatore legge brani e non l’intero libro, lasciando ognuno libero di decidere se andare avanti poi da solo, oppure fermarsi. Nel laboratorio di biblioterapia c’è poi la possibilità di condividere l’esperienza con altri, ascoltando le loro opinioni ed entrando nelle dinamiche di gruppo che si sviluppano e diventano esse stesse strumento di osservazione. Inoltre, la mediazione del facilitatore tra le persone e con i testi sono un ulteriore mezzo. Tutto questo non è possibile in autonomia.
Mondi fantastici e mondi temibili
Ma cosa significa guardare il mondo con la biblioterapia? Quali mondi si vanno ad esplorare? Guardare il mondo con la biblioterapia non ha un significato geografico, o comunque non solo. Il mondo è composto da luoghi, persone e relazioni. Possiamo esplorare ciò che ci è vicino o che ci è lontano. Anche la vicinanza o la lontananza non sono elementi geografici. Se cerchiamo di osservare la realtà dei senza fissa dimora che vivono sotto casa nostra trattiamo un mondo che ci è lontano, mentre se discutiamo della relazione tra sorelle che abitano in un paese occidentale si tratta di una realtà che ci è vicina. Possiamo però decidere di approfondire condizioni che ci sono vicine, ma da punti di vista lontani dai nostri. Per esempio, potremmo osservare la sessualità omosessuale essendo eterosessuali o viceversa, cercando di capire una condizione inevitabilmente avulsa dal nostro essere. Oppure potremmo guardare alle relazioni di una famiglia disfunzionale essendo noi figli di un ambiente ordinato, così da comprendere meglio situazioni diverse. Ma c’è anche la possibilità di entrare in contatto con la realtà attraverso la fantasia. I colleghi potteriani mi capiranno certamente, ma anche con altri libri fantasy è possibile sentire lo slancio di un mondo immaginario pur cercando di comprendere problemi reali.
Mondi lontani
Parliamo di guardare il mondo e non si può non considerare la possibilità di considerare anche quello geografico. Ci sono libri che ci illuminano riguardo le diversità culturali, etniche e religiose. Sono senz’altro uno strumento utile per ridurre le nostre resistenze nell’accettazione dell’altro, ma anche per capire dinamiche socio-politiche. I libri ci permettono di accedere a tutto ciò da diversi punti di vista: vinti e vincitori, vittime e carnefici, buoni e cattivi. Non sempre le cose sono catalogabili e nettamente divisibili. Ci sono sfumature che il testo può aiutarci a prendere in considerazione, utilizzando tempi e modi consoni a noi. Aiutati dal facilitatore e spinti a guardare negli anfratti più invisibili del gruppo, l’esperienza della biblioterapia può trasformarsi in un valido modo per guardare questo strano mondo in cui si svolge la nostra esistenza.
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