Sin dal 1990, in Italia il 17 febbraio si festeggiano i gatti. E nel 2002 è stato istituito il World Cats Day dall’IFAW (Fondo internazionale per il benessere degli animali). Ma perché proprio in questo giorno?
Il significato del 17 febbraio
Innanzitutto, febbraio è il mese dell’Acquario. Chi appartiene a questo segno zodiacale, si dice abbia caratteristiche che sono anche dei gatti: spirito libero, anticonvenzionali, originali, indipendenti. Ma è soprattutto il 17 ad avere un significato. In numeri romani si scrive XVII che anagrammato può diventare VIXI e che in latino significa “ho vissuto”. Nel caso del gatto sta a significare le famose sette vite dei gatti. Il 17 ha un altro significato interessante, anche se per noi non è così. In alcuni paesi del nord Europa il 17 è un numero fortunato in cui il sette si rifà alle sette vite dei gatti e più vite disponibili (1 per 7) non possono che essere benaugurali.
Ma non tutti i Paesi festeggiano in questo giorno. Mentre la Polonia ha scelto anch’essa il 17, negli Stati Uniti e in Giappone si celebra il 22 febbraio,
I benefici portati dal gatto
Anche la scienza ha cominciato a occuparsi di gatti. Ce ne parla un articolo dell’ANSA qui che ci dice come la loro presenza nelle nostre vite possa avere delle ripercussioni sulla nostra salute psicologica, ma anche fisica. I gatti sono calmanti, la sola loro presenza ci dona energia e tranquillità e questo lo possiamo dichiarare senza bisogno della scienza. Aumentano la capacità di concentrazione, anche se non sappiamo perché, visto che basta averli accanto per sentirsi in questo modo. Il rapporto con il gatto è tra esseri indipendenti che s’incontrano, mettendo in campo una relazione non verbale molto intensa. È difficile da descrivere, ma è proprio così. E poi sembra che il gatto riduca notevolmente lo stress. Una curiosità: i single con gatti sono meno di cattivo umore delle persone con un partner (e qui le battute potrebbero sprecarsi). Oltre questi benefici psicologici, sembra che chi possiede un gatto possa vedere ridotte le cefalee, i mal di schiena e i raffreddori. Ma chi decide di avere un gatto non bada assolutamente a tutti questi risultati, perché il rapporto che si instaura con un gatto è qualcosa che non si può misurare e a cui non si può dare un valore.
Gatti e letteratura
I gatti sono o sono stati compagni di scrittori, ma anche di artisti di ogni genere. Pure gli scienziati non mancano all’appello se consideriamo che Margherita Hack era un’amante dei gatti a tal punto da intitolare la sua autobiografia Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli (qui per approfondire).
Una delle più note scrittrici amante dei gatti è senz’altro Doris Lessing che nel suo Gatti molto speciali è riuscita a parlare solo di gatti senza mai annoiare, costruendo un piccolo capolavoro. Murakami Haruki è anche lui un’amante dei gatti, tanto che in una delle poche biografie in italiano in circolazione (qui) si trova la descrizione del periodo trascorso negli Stati Uniti senza gatti in cui provò una vera e propria astinenza da felini.
Elsa Morante amava talmente i suoi gatti da preoccuparsi di affidarli all’amica Natalia Ginzburg dopo la sua morte e lasciando anche lei traccia del suo amore in letteratura. Ma già gli scrittori degli albori della letteratura italiana amavano i gatti. Se Dante si dilettava a tenere in grembo un gatto nero, Petrarca si divertiva con la sua gatta Dulcina. Possiamo fare il giro del mondo e del tempo nel citare gli scrittori che amavano i gatti: Hemingway, Dumas, Montaigne, Borges, Sepulveda sono solo alcuni.
Gatti e biblioterapia
Quasi due anni fa, mio figlio ventenne, volle prendere un gatto. Lo desiderava da quando era piccolo, ma la situazione abitativa precedente non lo permetteva. Non essendo io e mia moglie amanti degli animali, ma neppure li odiavamo, permettemmo questa scelta. Risultato? Mia moglie, che dei gatti aveva addirittura paura, se la coccola e la gatta la insegue continuamente mentre io la imploro (e lei mi snobba) di stare nello studio con me quando lavoro.
Se mi avessero detto due anni fa che mi sarei preoccupato per le sorti di un gatto e che mi sarei affezionato, gli avrei riso in faccia. Questo rapporto con un felino rimane per me un mistero. Per questo ho deciso di organizzare un laboratorio online di biblioterapia intitolato “Gatti letterari” (qui) che terrò a marzo. Se da facilitatore biblioterapista preparerò tutta una serie di brani e di libri che parlano di gatti per dirigere la discussione, sarò assolutamente coinvolto in prima persona nella condivisione di ciò che il gatto significa nella vita delle persone. Dato che io sono un neofita, non vedo l’ora di parlare con chi ama i gatti da tempo. Non ho dubbi che le mie conoscenze letterarie e la passione delle persone per i gatti porteranno un’energia davvero interessante e nuova da provare.
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