Oggi pomeriggio inizierò un percorso con la biblioterapia per parlare agli insegnanti di inclusione scolastica. A darmi questa opportunità è stato lo Sportello Autismo di Verona, che offre servizi sia agli studenti e alle loro famiglie, sia ai docenti in percorso inclusivi e di formazione.
La biblioterapia nei percorsi formativi
Normalmente la biblioterapia dello sviluppo viene considerata utile per percorsi di crescita personale e raggiungimento di obiettivi in ambito umanistico (quindi non di competenza medica). Ma un altro modo per utilizzare la biblioterapia è per scopi formativi. Esattamente come la biblioterapia può essere utilizzata nelle aziende (qui), anche nei confronti degli insegnanti può diventare uno strumento adatto per acquisire competenze, che non si possono imparare solamente studiando sui libri. Oramai, è convincimento comune che la scuola non fornisce solo nozioni, ma istruisce, rende gli studenti cittadini del mondo, con consapevolezze dei propri diritti e dei propri dover verso gli altri e se stessi. Per far questo serve sostenere gli insegnanti nelle loro motivazioni, nelle loro sensibilità, nelle loro capacità di confrontarsi con situazioni spesso difficili, che richiedono nuovi strumenti. Perché la complessità della professione dell’insegnante oggi, più che mai, è certa.
L’accoglienza e l’inclusione
Il mio obiettivo formativo in questo percorso è quello di sensibilizzare all’accoglienza e all’inclusione di studenti con difficoltà e disabilità. Sappiamo che gli insegnanti già lo fanno, ma le situazioni difficili con cui vengono a contatto sono tante. Per sostenerli è necessario partire dalle loro motivazioni per rafforzarle. La sindrome da burn-out colpisce non di rado chi insegna in scuole di ogni ordine e grado. Per questo serve considerare questo aspetto e tenerlo in considerazione. Un altro obiettivo sarà di entrare in contatto attraverso i libri con situazioni complicate, per capirle e analizzarle non attraverso la razionalità, ma con le emozioni e la sensibilità personale. In questo modo, sarà possibile far emergere nuove risorse per far fronte con maggior forza alle difficoltà logistiche ed emotive che la scuola presenta inevitabilmente al corpo insegnanti.
Il libro come strumento formativo
Ma come funziona la biblioterapia in questa particolare condizione formativa? Sono tre gli strumenti principali che vengono messi in campo: la lettura dei testi, le suggestioni fornite dal facilitatore biblioterapista e le dinamiche di gruppo.
I protagonisti sono senz’altro i libri. Letture svolta dal biblioterapista ad alta voce fungono da catalizzatori che illuminano immediatamente la scena e permettono di attivare i pensieri. Compito del biblioterapista è quello di aver colto in precedenza il potenziale del testo e di rafforzarlo attraverso domande-stimolo e suggestioni. Attraverso questo processo, inizia a lavorare non con le singole persone, ma con il gruppo. In questo modo, le dinamiche che vengono a svilupparsi, insieme all’ascolto reciproco, permettono un’attività progressiva di formazione.
Il potenziale di questo percorso
Mi piace pensare di poter stupire un po’ gli insegnanti con questo modo per loro insolito di utilizzare i libri. La loro conoscenza della letteratura e l’abitudine a utilizzarla li avvantaggia senz’altro, anche se sono consapevole che per alcuni non sarà semplice. L’abitudine a vedere un utilizzo prettamente didattico dei libri può spiazzare nell’osservare una metodica così diversa, ma una volta entrati nel meccanismo credo che sarà possibile creare un’esperienza ricca e piena di entusiasmo.
LEGGI ANCHE LE EMOZIONI IN BIBLIOTERAPIA