biblioteca di strada

Biblioterapia di strada

Quando penso all’importanza dei libri, m’immagino a quello che potrebbe accadere se si riuscisse a farli arrivare alle persone che socialmente sono svantaggiate e non in grado di capire quanto possano fare la differenza. Non ho dubbi sugli effetti benefici, ma l’ostacolo più grande è arrivare a loro. Questo è un lavoro che riguarda soprattutto i promotori della lettura, ma inevitabilmente riguarda anche la biblioterapia, soprattutto se si tratta di lavorare con una tipologia atipica di lettore o futuro lettore.

Se il lettore non va ai libri, i libri vanno al lettore

Provate a immaginare con me uno di quei camper lunghi, attrezzato come una biblioteca. In alcune città esistono già le biblioteche circolanti (qui, qui, qui, qui). Ma pensate a un gruppo di biblioterapisti che vanno nei quartieri disagiati con questa biblioteca circolante per proporre attività di lettura e di biblioterapia. Su questo camper dovrebbe essere possibile il prestito dei libri, ma soprattutto la creazione di laboratori. Potrebbe anche recarsi nei pressi dei centri sociali e parrocchiali, o vicino alle scuole, ma anche in altri punti di aggregazione giovanile e interagire con loro. Nella bella stagione si potrebbe lavorare all’esterno: nei parchi gioco, in piazza o in qualche spiazzo libero.
Dentro il camper dovrebbero esserci libri di tutti i generi, tanti, tantissimi. Anche qualche divanetto sarebbe utile (compatibilmente con il posto disponibile e la grandezza del camper) per invitare i ragazzi a preferirli anziché stare in strada.

Gli obiettivi della biblioterapia di strada per i giovani

Immaginando la biblioterapia di strada, il primo obiettivo sarebbe senz’altro quello di aiutare i giovani a trovare un senso nella loro esistenza in cui sia inclusa la speranza e la possibilità di cambiare il proprio destino. Un percorso di crescita personale per un’utenza di questo tipo sarebbe tutt’altro che semplice da costruire e realizzare, ma è inevitabilmente di questo che avrebbero bisogno. Ci sarebbe poi tutta una parte legata all’educazione sanitaria: prevenzione della tossicodipendenza, del tabagismo, di malattie sessualmente trasmissibili. Non ultimo, l’obiettivo di promuovere l’importanza dell’istruzione. Stiamo parlando di obiettivi molto difficili da raggiungere e in un ambito davvero critico. Per questo servirebbero che le competenze di biblioterapia fossero acquisite da operatori specializzati, in grado di lavorare con questo tipo di popolazione.

Biblioterapia di strada e anziani

Nel sognare, penso che la biblioteca mobile potrebbe essere apprezzata anche dagli anziani. Molti di loro vivono in quartieri difficili e non riescono più a gestire le relazioni e si trovano soli. La possibilità di un porto sicuro che giunge sotto casa periodicamente significa portare una speranza, un momento di spensieratezza, un luogo che giunge periodicamente e favorisce la loro socializzazione e il mantenere in buone condizioni le funzioni cognitive. E il realizzare che non sono più soli. Poter pensare all’appuntamento successivo con le attività della biblioteca mobile renderebbe la solitudine più accettabile e mai più così spaventosa.

I sogni sono il futuro

Non lo so se potrò mai vedere realizzato un sogno di questo tipo. Sono progetti ambiziosi che necessitano di fondi e professionalità. In Italia è presto, ma anche all’estero non è semplice trovare un progetto simile. Se la biblioteca mobile è una realtà già realizzata, utilizzarla come attività di strada è ben altra cosa. Sappiamo benissimo che nei quartieri difficili esiste anche una malavita che non vede di buon occhio la lettura e l’istruzione, figurarsi un’attività così strutturata. Ma una volta valutati tutti i benefici e le difficoltà, perché non si potrebbe tentare e vedere cosa succede? Lancio questo post nella rete come fosse un messaggio in bottiglia nel mare. Magari tra trent’anni verrà ritrovato e qualcuno scoprirà che quello che è stato realizzato, tanto tempo prima qualcuno l’aveva sognato.

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