All’Università Popolare di Sona (VR) io e la storica dell’arte Sabrina Baldanza abbiamo dato vita a un corso in cui ragionare sul concetto di libertà, analizzando le grandi contraddizioni del Paese un tempo considerato baluardo dei diritti: gli Stati Uniti d’America. L’arte rende liberi è alla sua terza edizione.
I sogni infranti
Durante la presidenza Trump, ma anche dopo l’assalto a Capitol Hill, ho sentito pronunciare la seguente affermazione: l’America è sempre stata amata oppure odiata, ma prima d’ora non era mai stata compatita. Nei ricordi dei miei cinquant’anni di vita posso affermare che davvero è stato sempre così. Negli anni Ottanta il mito americano permeava l’Italia, anche grazie alle televisioni commerciali, che importavano dagli Stati Uniti buona parte di quello che trasmettevano. Poi gli anni di Reagan, la caduta del muro di Berlino, la supremazia americana sul mondo. Ricordo ancora i bombardamenti della prima Guerra del Golfo con la presidenza Bush nel 1991, capostipite delle successive guerre, incluse quelle preventive inaugurate da Bush figlio. E forse è a partire da qui che la visione degli Stati Uniti ha cominciato a cambiare nel mondo. Con lo scandalo Lewinsky dell’era Clinton, le speranze di un presidente giovane e innovativo si sono infrante per poi entrare nell’incubo dell’11 settembre. Ma se la politica estera ha mostrato le contraddizioni degli Stati Uniti, è quella interna che ci dà un quadro del senso di libertà mancata.
Da George Floyd alla guerra di secessione e ritorno
La vera e disperata contraddizione della libertà negli Stati Uniti si è manifestata con il movimento Black lives Matter dovuta all’uccisione di George Floyd. La disparità di trattamento riservata agli afroamericani e a tutte le etnie povere è diventata drammaticamente evidente. Ma già l’elezione di Donald Trump ci aveva lasciati perplessi e attoniti: dov’era il sogno americano? Dov’era la garanzia di libertà per tutti? Per capirlo c’è un unico modo: tornare indietro e analizzare la storia americana: lo sciopero degli autobus e la marcia su Washington di Martin Luther King; e più indietro ancora con l’introduzione delle leggi di segregazione razziale, la guerra di secessione americana, lo schiavismo, lo sterminio delle civiltà precolombiane. Queste elenco molto approssimativo ci dà il senso di quante cose vadano valutate. E per farlo ci sono libri e opere d’arte che possono aiutarci a farlo.
Gli strumenti giusti
Per capire la storia basta un libro di storia. Ma per capire l’animo delle persone serve la letteratura e non solo. Aiutano le biografie, i saggi e tutto ciò che sviluppa il pensiero critico e l’empatia. Perché il semplice susseguirsi di eventi non spiega la facilità con cui il paese più ricco del mondo ha la maggior percentuale di povertà (qui) e mortalità (qui) infantili. Abbiamo sempre sentito dire che chiunque in America poteva realizzare i propri sogni, ma l’ascensore sociale, salvo rare eccezioni, è non solo inattivo, ma tenuto fermo. E la letteratura può spiegarci perché in queste condizioni diventa presidente un’uomo come Trump e accadono attacchi alla democrazia come quello avvenuto a Capitol Hill.
Il mio lavoro è stato quello di iniziare a leggere tutta una serie di libri in grado di aiutare a capire, per poi utilizzare alcuni brani durante il laboratorio sulle libertà.
Libri per capire
Per i riferimenti storici ho utilizzato Storia del popolo americano di Howard Zinn, bello e completo. Poi ho preso in mano un libro che girava a casa mia da decenni, ma che non avevo mai letto: Radici di Alex Haley. Si tratta di un’epopea familiare che si concentra sul capostipite della famiglia catturato in Africa e reso schiavo negli Stati Uniti. La narrazione si dipana fino alla guerra di secessione, per poi attraversare velocemente il Novecento. Attorno a questo libro ho lavorato con altre letture, tra cui un romanzo ucronico intitolato Garibaldi a Gettisburg di Pierfrancesco Prosperi. In questo libro si immagina un mondo in cui la guerra di secessione Americana è stata vinta dal sud. Questa cosa da una parte mi ha divertito, dall’altra mi ha fatto riflettere su quanto i sentimenti e le affermazioni descritte in questa America immaginaria siano le medesime di oggi. Consideriamo che il libro è stato scritto nel 1993.
Per gli anni Venti e Trenta del Novecento mi sono servito di Jazz scritto dal premio Nobel Toni Morrison, mentre per il secondo dopoguerra ho letto Nero come me di Howard Griffin. Non potevo trascurare il boicottaggio degli autobus e le azioni di Martin Luther King e per questo mi ha aiutato l’autobiografia di Rosa Parks intitolato La mia vita di recentissima traduzione in italiano. Infine, ho cercato di comprendere la contemporaneità attraverso Gotico americano di Arianna Farinelli e L’assedio di Antonio di Bella.
Inizio di una nuova avventura
Quello che vi ho descritto è parte del lavoro preparatorio del corso, ma rappresenta solo una parte di quello che verrà offerto. A ogni mio laboratorio, la settimana successiva ne seguirà un altro condotto da Sabrina Baldanza, che utilizzerà l’arte pittorica e figurativa come ulteriore strumento per comprendere questo fenomeno.
Il pregio di questo corso è che non si limita ad analizzare il presente, ma guarda anche al passato per comprendere ciò che accade oggi. Nell’osservare una realtà lontana da noi, consapevoli che dagli Stati Uniti siamo molto influenzati, avremo l’opportunità di capire ciò che siamo e abbiamo. Avendo un metro di confronto, sarà possibile capire veramente quanto siamo liberi nel nostro Paese e cosa fare o non fare per il nostro futuro di cittadini liberi. E credo non sia poco.
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