Ieri sono stato a Bologna per visitare la mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative organizzato dalla Cineteca di Bologna. Situata nel sottopasso di piazza Re Enzo, la mostra analizza il rapporto tra l’arte e il cinema in Pasolini, in cui è chiara l’influenza di uno dei suoi più importanti maestrI: Roberto Longhi.
Pasolini pittore
Pier Paolo Pasolini tra le tante sue doti aveva anche quella di pittore. Non stiamo parlando di un talento particolare, che tra l’altro Pasolini non ha mai voluto coltivare, ma di saper cercare di creare disegni e qualche quadro alla ricerca di un nuovo strumento espressivo, ispiratore di suggestioni e di nuova creatività. La mostra ci offre la visione di alcuni suoi disegni che dimostrano il tentativo di rappresentare la realtà su carta. Affettuosi quelli che, con pochi tratti, riprendono il profilo di Maria Callas, più intensi quelli del suo autoritratto (quest’ultimo non presente in originale in mostra), i tentativi di rappresentazione pittorica di Pasolini sono solo la punta dell’iceberg rappresentato dall’influsso che l’arte ha avuto sulla sua produzione cinematografica.
L’arte come fonte storica
Alcuni dei film di Pasolini, come ed esempio Decameron (qui il film completo), I racconti di Canterbury (qui il film completo) e Il vangelo secondo Matteo (qui il film completo), rappresentano periodi storici specifici che Pasolini ha cercato di riprodurre nei minimi particolari. Ci sono alcune scene che sono l’esatta riproduzione di quadri a cui si è ispirato, con la possibilità di ricreare costumi e panorami che poi erano anche quelli dell’epoca. Ma l’arte come fonte storica è stata una riproduzione tendente alla realtà fino a un certo punto. La crocifissione, ad esempio, difficilmente l’arte l’ha riprodotta come una fotografia. Ed ecco che Pasolini la riprende dall’arte, affidandosi con fiducia al sentire dell’artista e riproponendola uguale nei suoi film.
La difficile comprensione del linguaggio di Pasolini
Naturalmente la mostra è molto più complessa delle poche righe illustrative qui utilizzate. Questa complessità è insita in Pasolini e si rende necessaria per comprenderlo. È stato un precursore dei tempi ed è ancora troppo avanti anche per noi. Non ci si può avvicinare alle sue opere senza cercare prima di capire quali siano le sue intenzioni artistiche. Se è vero che un’opera non va giudicata per il suo autore, non credo che sia così vero per Pasolini. Senza un’analisi della sua persona, in cui l’uomo e l’artista sono compenetrati, rischiamo di avvicinarci ai suoi libri, film o pitture senza poterlo comprendere. Anzi: talvolta rischiamo di essere travolti dalla repulsione per la crudezza o l’esplicita visione e descrizione degli eventi e dei corpi, senza capirne il senso. Così come non è semplice entrare nella sua dimensione linguistica e poetica.
Un giudizio sulla mostra
Dovendo dare un giudizio su questa mostra, non posso che giudicarla positivamente. È stata un’esperienza coinvolgente perché ben costruita. Il visitatore segue un percorso gradevole, dove si alternano pannelli con spiegazioni esaustive a foto che raccontano, ma anche confrontano Pasolini e la grande arte. Ci sono punti in cui si possono vedere spezzoni di film su grandi schermi mai troppo lunghi, di solo pochi minuti, ma che sanno dare al visitatore elementi utili per proseguire la visita. Poi ci sono dei piccoli schermi in cui si può godere di alcune interviste a Pasolini davvero belle. Fantastico poter vedere i suoi attestati di diploma e laurea, il libretto universitario e il suo piano di studi. Come suo autografo, è esposta la sua richiesta per poter ampliare la tesi nell’ambito della storia dell’arte.
Le pareti espositive sono nere e quando si ritorna in superficie in piena luce, si rimane con l’atmosfera della mostra ancora dentro con il desiderio di tornare sui propri passi.
Entrare nel mondo di Pasolini
Il compito che ci siamo prefissati io e Sabrina è quello di creare un percorso per chi Pasolini non lo conosce, ma desidera avvicinarsi a lui con le necessarie cautele e quindi non rischiare di fuggire alla prima incomprensione. Come per tutti i grandi, anche per Pasolini ci sono zone di luce e zone d’ombra, ma tutto può essere esplorato e capito. Mi accingo a leggere i suoi libri, le biografie più accreditate, a vedere i suoi film e a visitare altre mostre per realizzare questo percorso, che spero di poter rendere disponibile questo autunno. Un modo per onorare la nascita di quella vita conclusasi troppo presto.
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