piramide della lettura

La piramide della lettura

In biblioterapia c’è un concetto che spesso non è semplice da capire: non c’è un libro migliore, ma c’è il libro adatto alla persona. Questo comporta che libri considerabili mediocri o di bassa qualità possano essere quelli giusti. Il problema è che chi si occupa di biblioterapia è un’estimatore della buona lettura e fatica ad accostarsi a letteratura di media/bassa qualità. Per questo è necessario chiarire due concetti: è necessario esplorare anche un certo tipo di letteratura non sempre consona a noi, ma consapevoli che quello sarà il primo gradino per aiutare i nostri utenti a desiderare altro. Per introiettare questo concetto è necessario inserire il concetto di Piramide della lettura

L’evoluzione del lettore

Chi è ormai abituato a leggere letteratura alta ha dimenticato come sia stato possibile raggiungere tale traguardo. Ognuno di noi ha fatto l’esperienza dei libri partendo dalle poche righe lette sui libri di scuola in prima elementare per poi, passo dopo passo, arrivare a magnifici romanzi, poesie, saggi e quant’altro. Ma nel mezzo ci sono state sperimentazioni di vario tipo. Chi non ha sperimentato non è diventato un lettore, ma si è limitato a studiare la letteratura scolastica e spesso da adulto si limita alle letture legate alla propria professione. Sperimentare significa entrare in contatto con diversi tipi di libri partendo dal semplice fumetto. Topolino ha avviato generazioni di lettori e molti di loro sono diventati anche studiosi di letteratura. Tra questi due poli ci sono stati tanti altri libri che rappresentano i gradini per arrivare al podio del superlettore.

I gradini della Piramide della lettura

Conoscete la Piramide dei bisogni di Maslow? È quella che indica come ci sia una gerarchia nei bisogni e sia necessario soddisfare i bisogni di base prima di soddisfare quelli più alti e astratti. Per la lettura è la stessa cosa. Non possiamo dare in mano Pirandello a chi non ha fatto esperienza di Topolino, di favole o di libri comunque semplici. Siamo abituati a giudicare le persone come lettori a seconda dell’età, ma questa indica semplicemente la scolarizzazione, non l’essere lettori. Sappiamo bene che spesso è proprio la scuola a disaffezionare i giovani alla lettura, quindi è necessario lavorare partendo dalla base della Piramide della lettura, ovvero ciò che è accessibile alla persona, a qualsiasi età. Sta a noi capire di cosa si tratta.

La base della Piramide della lettura

Alcuni affermano che piuttosto di leggere un libro di bassa qualità è meglio non leggere. Io non sono di questa idea. Penso che sia compito di chi si occupa di libri proporre testi alternativi che aiutino il lettore a iniziare a salire la Piramide della lettura. Alla base di questa scalata c’è il piacere di leggere. Chi legge libri eccessivamente semplici o con tematiche sin troppo leggere lo fa perché desidera procurarsi il piacere della lettura senza troppa fatica. Ed è un loro diritto. Esattamente com’è loro diritto leggere quello che vogliono senza essere giudicati (come postulato dai Diritti del lettore di Daniel Pennac). Compito dei promotori della lettura e dei facilitatori biblioterapisti è indicare loro vie alternative, facendoli crescere come lettori senza creare blocchi, cosa che accade indicando libri che non sono in grado di sostenere. Chi non ha avuto la possibilità di apprezzare certa letteratura non sa che ci sono libri che possono dare loro molto di più di quello che hanno trovato fino a quel momento. Non si rendono conto che la paura del nome altisonante di un autore può nascondere dietro un mondo. Per questi lettori c’è però bisogno di operare una selezione ben precisa, partendo da loro. Siamo noi facilitatori biblioterapisti a fare la differenza.

Come scegliere i libri giusti

Parecchi anni fa, quando ancora facevo l’infermiere, a un mio paziente in condizioni critiche, con una bassa scolarizzazione e background culturale ancora più basso, chiesi se volesse qualcosa da leggere. Era una persona molto buona e gentile, che non chiedeva mai nulla. Volevo essere cortese offrendogli un libro, ma non volevo metterlo in imbarazzo. Mi offrii di portargli delle riviste o un fumetto. S’illuminò d’un tratto e mi disse che un tempo leggeva Tex e quello lo avrebbe letto volentieri. Mi sentii fortunato quando mi resi conto che ne avevo alcuni e corsi immediatamente a portarglieli. Potei verificare nei giorni successivi che effettivamente li leggeva con piacere. Quel paziente morì non molti giorni dopo e per me fu una soddisfazione aver allietato qualche minuto della sua vita con quei semplici fumetti. Se ci penso oggi, ragionando su cosa avrei potuto offrire dopo quel fumetto, ipotizzo che gli avrei proposto dei Graphic novel o degli albi illustrati. E dopo quelli, passato un tempo congruo, dei racconti brevi scritti in modo semplice. Avrei continuato così, tenendo sempre in considerazione quello che riusciva ad apprezzare e quello che invece non gli piaceva, avendo come riferimento sempre la sua ricerca del piacere della lettura. È un lavoro che può essere lungo e talvolta non coincide con l’obiettivo biblioterapeutico. Se devo lavorare con delle persone che leggono libri di un certo tipo e io non ho il tempo per fargli percorrere i gradini della Piramide della lettura, so che quello che loro già leggono può e deve bastarmi.

L’apice della piramide

Ma quando possiamo considerarci sulla punta della Piramide della lettura? Salvo pochi eletti, credo che nessuno la raggiunga veramente. Che libri ci potranno mai essere lassù? Dante? Hugo? Shakespeare? Forse l’apice della piramide è rappresentabile dai libri migliori che un lettore è riuscito a raggiungere, ma senza che vi sia un valore assoluto. Siamo tutti scalatori, non tutti arriviamo alla cima più alta che ci sia, se mai esistesse, ma ognuno dalla propria può ammirare con orgoglio i tanti libri letti.

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