Uso spesso l’espressione “i libri chiamano” perché è un’esperienza che faccio in continuazione. So perfettamente che non c’è nulla di sovrannaturale nel trovare un certo libro quando ne ho bisogno, di vederne alcuni nella mia piccola biblioteca quando tante altre volte sembravano non esserci, di trovarmi davanti a una pagina scritta sfogliando un testo in libreria e sentire che quelle parole erano per me. Tutti i lettori hanno sperimentato tutto ciò e possiamo provare a descrivere il fenomeno e anche cercare di dargli un senso.
La bibliomanzia
Conoscete la bibliomanzia? La sua definizione si trova anche sulla Treccani che recita: Sorta di divinazione consistente nell’aprire a caso un libro (per es. la Bibbia o altra opera celebre), leggere un passo e trarne indicazioni e consigli circa l’azione futura. La bibliomanzia è praticata sin dai tempi dell’Antica Grecia e si è diffusa nei secoli assieme alle tante altre pratiche divinatorie. Ma mentre nei secoli era qualcosa di legato al sacro, oggi questa sorta di casualità fortunata è strettamente correlata alla letteratura e al nostro amore per lei. Se aprite un libro e leggete casualmente ciò che vi capita davanti, per voi avrà un significato perché sapete leggere in un certo modo e perché la fiducia che riponete nelle parole vi apre la mente. Anche in questo caso mi sento di dire “i libri chiamano”, ma vi sono anche altri modi che dobbiamo prendere in considerazione. E tutti sono alquanto misteriosi.
Il libro giusto nel momento giusto
Durante i primi anni in cui iniziavo a tenere laboratori di biblioterapia ero talmente indaffarato tra famiglia, lavoro in ospedale e studio che spesso mi ritrovavo poche ore prima dell’appuntamento a cercare i testi che mi servivano. Mi sentivo davvero oppresso da questa fretta, ma non avevo altra scelta. Ci sono state volte che cacciavo il tutto in borsa e mi fiondavo in aula, con il testo appena scelto. Spesso mi capitavano in mano dei brani che di più adatti non si potevano incontrare nonostante la frenesia della ricerca. Ero nel panico, ma a pochi minuti dalla partenza arrivava il libro giusto e io ero ancora una volta salvo. E non si trattava di prendere il primo che capitava per affrettare le cose. No, arrivavano proprio le righe adatte per quello che mi proponevo di fare con i miei corsisti. E funzionavano.
I libri invecchiano come il vino (o siamo noi?)
Un problema che affligge i lettori è l’acquisto compulsivo di libri. Acquistiamo volumi a profusione pur sapendo che è fisicamente impossibile leggerli tutti perché ci servirebbero più vite. Pur consapevoli di questo, continuiamo a farlo. Mettiamo i nostri acquisti nella libreria e lasciamo che il tempo faccia il suo corso. Ci sono libri che rimangono sugli scaffali per anni prima di essere presi in mano. In alcuni casi vengono letti in parte e poi riposti in libreria perché non graditi per poi diventare tesori inestimabili dopo vent’anni. Cos’è cambiato? Siamo cambiati noi. Ci siamo trasformati, diventando lettori differenti. Questo concetto è facilmente comprensibile se siete d’accordo con la mia teoria sulla Piramide della lettura: partendo dalle nostre prime letture, arriveremo ad apprezzare ben altro, evolvendo nel tempo come lettori. Questo ci dà degli indubbi vantaggi. Quando pensiamo a un libro, magari un capolavoro della letteratura che tutti osannano, mentre noi non riusciamo a leggerlo, non dobbiamo sentirci inadeguati. Forse serve attendere e riprovare più avanti. Riponendo il libro, lasciate che invecchi come il vino, diventando più buono. O, sarebbe meglio dire, attendiamo di essere noi a invecchiare, per ottenere quella crescita che ci permetterà di apprezzarlo.
Il mercatino dei libri desiderati
Vogliamo parlare dei splendidi incontri che si fanno nei mercatini dei libri? Quello è un luogo magico come pochi. Mentre nelle librerie c’è una distribuzione fisica dei libri che spesso è in grado di orientarci secondo un criterio di vendita, nei mercatini c’è una distribuzione quasi casuale. È lì che scopriamo dei tesori che non sapevamo neppure esistere. Avevo quindici anni quando, in un mercatino di libri al mare, ho scoperto Philipp Vandenberg, scrittore, giornalista e storico dell’arte tedesco pressoché sconosciuto e certamente non individuabile da un quindicenne. Da quando in terza elementare la maestra di un’altra classe ci aveva mostrato le diapositive del suo viaggio in Egitto e ci aveva parlato di Tutankhamen, io ne ero rimasto affascinato. Su quella bancarella capeggiava il libro di Vandenberg dal titolo Tutankhamen. Il faraone dimenticato: se non è stato un richiamo quello, cos’altro poteva essere?
Il fascino fisico di certi libri
Se parliamo di magia dei libri, c’è anche una sorta di ipnotismo da volumi. Vi è mai capitato di trovarvi in una biblioteca particolarmente bella? Magari antica? In quei casi la botta di adrenalina che il visitatore subisce è pazzesca. Siete mai stati a una mostra che avesse per tema i libri? Quando sono stato a Firenze per vedere la mostra intitolata La biblioteca di Leonardo sono stato letteralmente rapito. Lo sballo era totale. Vedere i titoli che Leonardo aveva letto (non erano gli originali suoi, ma gli stessi tomi pubblicati quando lui era in vita) aveva un effetto galvanizzante. E quando sono stato a Venezia per la mostra su Aldo Manuzio? Ho visto come il libro, quello che conosciamo oggi, è stato inventato nelle sue diverse declinazioni: tascabile, pregiato, edizione economica e via discorrendo. Ero incredulo e affascinato da quella vista. E pensare che quei libri “vedevano” la Venezia che io avrei visto uscendo dalla mostra mi faceva fare un incredibile viaggio nel tempo.
Questi sono solo esempi di quanto il fascino dei libri possa creare un richiamo, come e meglio di quello delle sirene di Ulisse. I libri ci ammaliano e anche per questo potere noi sempre li amiamo.
Il potere dei libri
Il potere dei libri ha tanti aspetti. Il testo ci parla continuamente e in tanti modi diversi. I libri ci arrivano tra le mani quando ne abbiamo bisogno. Ma anche la loro fisicità esercita su di noi un’attrattiva incredibile, in grado di farci sballare. E allora sballiamoci: i libri sono la nostra sostanza stupefacente che non ci farà mai male.
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