Quest’anno ricorre un anniversario di cui si parla poco: duecento anni fa veniva decifrata la Stele di Rosetta, passaggio indispensabile per la comprensione dei gerogriflici egizi.
La Stele di Rosetta nella nostra infanzia
Non so se è così anche per i giovani di oggi, ma la storia della Stele di Rosetta è incisa nella mia mente fin dalla prima volta che dovetti studiare gli antichi egizi. I programmi scolastici misteriosamente si sono sempre soffermati molto sulla storia antica a discapito di quella moderna. Alcuni argomenti sono poi ripetuti nei diversi gradi di scuola, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. Se, ad esempio, il Trattato di Versailles è difficilmente ricordato nonostante sia stato una tappa fondamentale del Novecento, la Stele di Rosetta è impressa nella mente di tutti noi. Sarà per questo che quando l’ho vista dal vivo l’emozione è stata tanta.
La Stele di Rosetta al British Museum
Siete stati nei musei di Londra? Sono una pacchia. Tutti gratis, corredati di zone ristoro incredibili e negozi di merchandising forniti di begli oggetti di ogni tipo. La loro grandezza e la loro ricchezza sono notevoli. La Stele di Rosetta si trova al British Museum. Se avrete l’occasione di andarci, prendetevi molto tempo perché è fantasticamente immenso. La Stele di Rosetta lì è una star. Naturalmente è all’interno di una teca di vetro, ma nel museo ne esiste una copia destinata alle persone non vedenti, così che possano goderne anche loro e tutti coloro che vogliono toccare. Gli oggetti che la riproducono come souvenir sono tanti e belli. Ricordare questo anniversario vale davvero la pena perché senza di lei noi non potremmo oggi conoscere tutto quello che conosciamo degli antichi egizi.
L’importanza della Stele di Rosetta
A scoprire la Stele fu Jean-François Champollion e fu lui a decodificarla, rendendo possibile accedere alla scrittura geroglifica. Infatti, sulla Stele c’era un testo in tre lingue diverse: in greco antico, in demotico (lingua egizia destinata al popolo) e in geroglifico. Champollion nel 1822 riuscì a decifrare la scrittura geroglifica. La scrittura demotica venne decifrata solo nel 1855, ma non comparendo nei documenti ufficiale né nelle iscrizioni funebri non è ritenuta importante storicamente quanto la possibilità di interpretare i geroglifici.
Ricordi di scuola, vecchie reminiscenze che diventano improvvisamente vive quando se ne parla. Il problema è che nella vita comune difficilmente lo facciamo. È come con i libri: se non trovi le persone giuste sembra che parlarne sia fuori luogo. Forse dobbiamo rassegnarci a considerare fuori luogo la cultura. O forse no…
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