convegno biblioterapia a scuola

Biblioterapia a scuola: com’è andata al convegno

Martedì 28 giugno si è tenuto a Roma, presso la Biblioteca Nazionale Centrale, il convegno internazionale dal titolo Biblioterapia: il benessere a scuola attraverso i libri organizzato dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) e curato nella parte scientifica dall’Università degli studi di Verona di cui faccio parte. Come consulente dell’Università mi sono occupato di coordinare con il mio direttore, la professoressa Federica Formiga, i relatori e i diversi contributi, cercando di impostare contenuti e sollecitazioni da fornire al pubblico. Sono rientrato ieri a Verona e oggi voglio fare con voi qualche riflessione su com’è andata.

Il team dell’Università di Verona

Per prima cosa devo dire che sono molto soddisfatto del lavoro fatto in team. Il gruppo dell’Università di Verona era composto da alcuni docenti del Master in biblioterapia, capeggiato da Federica Formiga, composto da me con Irene Monge, docente di Filosofia della Narrazione e Dome Bulfaro, docente di Poesiaterapia. C’era anche Judit Béres, professore associato dell’Università di Pécs (Ungheria) e direttore del corso post-universitario biennale in biblioterapia, che insegna al master l’utilizzo della biblioterapia secondo la scuola di Pécs. Insieme a lei ha partecipato la sua collega Monika Tóthné Muráncsik, biblioterapeuta che si occupa di utilizzare la biblioterapia con gli insegnanti per aiutarli a sostenere il ruolo e prevenire il burnout. Ha contribuito anche Michela Nosè, professore associato del nostro ateneo e psichiatra, membro del centro di ricerca Biblioterapia e Shared Reading. I libri nei processi di benessere. Seppure responsabile scuola per il Cepell e prima organizzatrice dell’evento, sento come parte del gruppo anche Mariella Greco, che ha relazionato partendo dal suo ruolo di docente e di ex studente del corso di perfezionamento sulla biblioterapia che l’Università di Verona aveva organizzato l’anno scorso. Anche Beatrice Eleuteri dell’Università Roma 3 la sento come parte del gruppo, fortemente voluta da noi al convengo per i suoi studi sul piacere della lettura, questione indispensabile da considerare nell’ambito della biblioterapia. Interessante la relazione di Paolino Gianturco, presidente dell’ AID – Associazione Italiana Dislessia che ha posto questioni sulla lettura che non possono più essere trascurate e che riguardano profondamente la biblioterapia.

La struttura del convegno

La costruzione della struttura del convegno era basata sulla possibilità di dare una panoramica sui diversi campi disciplinari della biblioterapia, con uno sguardo critico sulla questione della ricerca in biblioterapia per poi analizzare l’aspetto applicativo nelle scuole, con un taglio che passasse dalla teoria alla pratica. Nell’ultima parte del convegno abbiamo tenuto una tavola rotonda in cui io, Judit Béres, Monge e Bulfaro abbiamo dialogato con il pubblico. La partecipazione è stata eccezionale e ci siamo dovuti interrompere solo perché tecnicamente non era possibile trattenersi ancora. Non ho dubbi, però, che l’eco di questo evento non si fermerà qui.

I contenuti

I relatori si sono concentrati sull’esposizione dei diversi modi di esercitare la biblioterapia e sulle possibilità applicative e di ricerca. Estremamente interessante è stata il ritorno avuto dalla platea che nei dibattiti sollevava questioni reali di non semplice soluzione. Accanto alla necessità di formazione, c’è una serie di ostacoli che rende difficile l’applicazione della biblioterapia. Molti sono di natura burocratica, c’è la necessità di programmare in modo diverso i tempi nelle scuole, di sfruttare meglio le risorse. Ad esempio, è stata rilevata la questione delle biblioteche scolastiche, che potrebbero essere un’enorme risorse, oltre che diventare luoghi per attività specifiche di biblioterapia, ma sono poche e spesso relegate al ruolo di deposito e prestito dei libri.
Un altro aspetto interessante portato alla luce è di quanto spesso gli insegnanti sappiano ideare metodologie di utilizzo del libro vicine alla biblioterapia. Questo dimostra come una formazione adeguata possa diventare un amplificatore di queste idee e, soprattutto, di come l’intenzionalità biblioterapeutica in un progetto potrebbe ampliare di molto l’efficacia e il senso di tante iniziative.

Il futuro

Il primo risultato immediato di questo convegno è il fatto che il Cepell ai partecipanti proporrà la possibilità di presentare la domanda d’iscrizione a un breve percorso di biblioterapia per questo autunno organizzato da lui e tenuto da noi dell’Università di Verona. Non so fornire altri dettagli perché io curerò il programma, ma non l’aspetto organizzativo, che rimane in seno al Cepell. Ma oltre questo, credo che sia il dibattito a cui, nelle ore successive al termine dell’evento, già si è acceso. Accanto ai toni entusiasti, ci sono quelli più prudenti e quelli impauriti dalla parola “biblioterapia” che inevitabilmente suscita diffidenza, dato che la terapia non ha nulla a che fare con la scuola. Questo è vero, ma la biblioterapia dello sviluppo è proprio questo: il benessere sollecitato dai libri non per curare, ma per ampliare le potenzialità e le risorse della persona ad opera di professionisti umanisti. E questo è proprio quello che avviene nelle scuole.

Quello che verrà

Questo convengo è un punto d’inizio. È stato importante perché oltre a quello che ha portato in termini di contenuti per i partecipanti e per tutti quelli che vorranno vedere la registrazione dello streaming (qui per la mattina e qui per il pomeriggio), ha permesso a noi del gruppo di Verona di consolidare opinioni e progetti negli spazi di tempo fuori dell’evento. Siamo sempre più convinti che la strada intrapresa è quella giusta, illuminata da professionisti e studiosi di diversa estrazione. Il centro di ricerca sulla biblioterapia dell’Università di Verona, dove figure mediche e umanistiche si osservano e criticano vicendevolmente, sono la garanzia che nulla è lasciato al caso, ma ogni cosa è vagliata e valutata, per fare in modo che i libri possano diventare sempre una ricchezza e mai un ostacolo.

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