È impressionante la forza con cui in Iran le donne si stiano ribellando. Dopo l’uccisione della ventiduenne curda Mahsa Amini da parte della polizia religiosa per il fatto di non aver portato il velo in modo corretto, le proteste non si sono più fermate. Le donne stanno facendo una vera e propria rivoluzione e non si stanno facendo fermare dalla repressione. I morti stanno avvicinandosi al centinaio ed è doloroso vedere l’inerzia (quando va bene) e l’ostilità degli uomini di fronte alla richiesta di un diritto fondamentale di libertà. Ma da dove viene tutto questo? Perché le donne non si sono ribellate prima? E perché questa assurda legge del velo? Che senso ha nel 2022? Ecco qualche consiglio di lettura, una letteratura del velo che ci aiuta a capire meglio.
Leggere Lolita a Teheran
Questo libro è ormai diventato un classico. Azar Nafisi, l’autrice, vive attualmente negli Stati Uniti e nell’introduzione specifica come il libro sia un’autobiografia, ma che alcune parti siano state modificate per impedire che le persone reali citate possano correre rischi di ritorsione in patria. Questo ci fa capire quanto sia complicata la situazione in Iran. Il libro attraversa cronologicamente il secondo Novecento, mostrano chiaramente cosa accadde con l’instaurarsi della Repubblica islamica. La cornice narrativa è la scuola clandestina di letteratura che l’autrice aprì dopo aver smesso di insegnare all’università. È incredibile apprendere quanto i libri siano censurati e temuti nei regimi autoritari. E questo mette in risalto la lettura come strumento di libertà. Libro gradevolissimo e affascinante, è come leggere un saggio di letteratura dentro a un romanzo.
Khomeini, de Sade e io. Una storia di amore, libri proibiti e rivoluzione
Abnousse Shalmani, che oggi vive in Francia, racconta la sua vita a partire dalla sua infanzia, quando era costretta ad andare a scuola con il velo e un vestito che la copriva completamente facendola sentire prigioniera. Per protesta, si nascondeva in bagno, si spogliava nuda o quasi mettendo i vestiti nello zaino, e correva verso l’auto che l’aspettava per tornare a casa, rincorsa per coprirla. Era un atto di ribellione infantile, che rendeva la vita difficile agli adulti, ma che mostrava il germe della ribellione che nasceva in lei. Crescendo, la letteratura erotica settecentesca divenne strumento di emancipazione e modalità per ribellarsi ai pensieri precostituiti. Così Shalmani ci racconta un modo diverso di concepire le rigide norme religiose, a volte non ortodosse e non sempre comprensibili, partendo dalla famiglia e dai libri. Un canto di libertà che merita di essere ascoltato e su cui riflettere
La casa della moschea
È magistrale Kader Abdolah in questo libro (ma a mio avviso anche in tutti gli altri che ha scritto) in cui narra la sua terra vista dall’Olanda. Esule, perseguitato prima dal regime dello Scià e poi da quello della Repubblica islamica, racconta in questo romanzo le radici culturali del suo paese in modo umano ed emotivamente molto coinvolgente. La sua narrazione mostra il passaggio da un regime all’altro, rendendo comprensibile l’evoluzione storica dell’Iran all’interno di mille contraddizioni. I personaggi narrati sono vividi a cui è impossibile non affezionarsi. Diventa comprensibile il senso delle tradizioni e appare chiaro come queste possano diventare delle gabbie laddove vengano utilizzate a scopi politici. La storia narrata ci restituisce la miseria umana che si manifesta quando il potere sull’altro diventa l’unico obiettivo.
A capo coperto. Storie di donne e di veli
Il velo sul capo è considerata un’usanza tutta musulmana o comunque solo delle culture orientali. In realtà si tratta di una tradizione millenaria che affonda le radici nei secoli e che si è evoluta in modo diverso in tutto il mondo. E l’occidente non ne è stato privo, tanto che ci sono situazioni particolari in cui è ancora presente, come accade per le suore cattoliche. Questo saggio di Maria Giuseppina Muzzarelli, professoressa all’Università di Bologna, permette di conoscere le tante tradizioni che nel tempo hanno riguardato l’utilizzo del velo, contestualizzando un’usanza culturale che aveva dei motivi per esistere e chiarendoci quanto la situazione di oggi in Iran sia invece un fatto politico e di sottomissione che nulla ha a che fare con il libero rispetto delle tradizioni.
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