Quest’anno il 16 novembre festeggeremo i cento anni dalla nascita del Premio Nobel per la letteratura 1998 José Saramago, un gigante della letteratura non certo semplice, ma sicuramente sorprendente.
In origine fu il vangelo
Il nome Saramago mi arrivò alle orecchie anni fa quasi per caso. Sentii parlare del rifiuto di pubblicare il suo libro Il quaderno da parte di Einaudi, casa editrice di tutti gli altri scritti tradotti, perché conteneva critiche aspre su Berlusconi (qui). Ma non fu questo il libro con cui lo conobbi. Il libro a cui mi approcciai per fare la conoscenza di questo Nobel dissidente fu Il vangelo secondo Gesù Cristo. Non riuscii a finirlo, non ero pronto. Una scrittura senza punteggiatura, che riusciva a penetrare nell’umanità del messaggio cristiano rivelando un punto di vista inedito: non avevo mai visto nulla di simile e mi affascinava incredibilmente. Il problema era la mia incapacità di restare concentrato a lungo su quel tipo di scrittura e altri libri che stavo leggendo per l’università richiedevano un ritmo di lettura sostenuto che mi impedivano di dedicargli il tempo che meritava. Probabilmente lo finirò proprio in occasione di questo centenario. Il volume è ancora tra i miei libri, con il segnalibro tra le pagine nel punto in cui l’ho lasciato. Ma un libro che mi ha rilevato questo autore arrivai a leggerlo. E mi conquistò.
Ho aperto gli occhi sulla Cecità
In anni non sospetti, prima che la pandemia da Covid lo rilanciasse come libro che parla proprio di una malattia che non risparmia nessuno, ho letto Cecità. Leggerlo è stato semplicemente incredibile. Ti sembra impossibile che uno scrittore riesca a penetrare così profondamente l’animo umano. Merita di essere letto al di là del nostro vissuto di questi ultimi anni, ma certamente mette in luce aspetti che si rivelano solo quando la salvaguardia della vita e della salute sono in pericolo. Soprattutto, mette in discussione la solidarietà e mette sotto i riflettori gli istinti di salvaguardia di se stessi.
Attualmente ho in lettura Memorie del convento, in cui la Storia raccontata da Saramago è estremamente umana, eppure magica.
Saramago e Saviano
Forse non tutti sanno che Saramago stimava ed era amico di Roberto Saviano. Non dubito che in questo periodo Saviano ricorderà pubblicamente lo scrittore portoghese, che lo invitò ad andare a vivere insieme a lui sull’isola di Lanzarote, nell’arcipelago delle Canarie, per proteggersi dalle minacce di morte che riceveva per la sua attività giornalistica e letteraria. Visse a Lanzarote per 18 anni e vi si rifugiò, lasciando il Portogallo, dopo le polemiche che Il vangelo secondo Gesù Cristo scatenò. Erano gli anni Novanta e ancora le questioni religiose si scontravano con la letteratura anche in Occidente, cosa a cui ancora oggi dobbiamo assistere.
Leggere per ricordare
Il bello degli anniversari è che fungono da promemoria di esempi eccezionali di cui non dimenticarci. Dopo che Einaudi smise di pubblicare i libri di Saramago, ci pensò Feltrinelli, che tuttora continua le ristampe. In occasione del centenario sarà ripubblicato, inedito in italiano, il suo libro d’esordio La vedova. Se volete, potreste iniziare da lì per fare la sua conoscenza, anche se io preferisco rimanere tra le vecchie pubblicazioni che sento molto più rassicuranti, certificate con il marchio di qualità assegnato dai tanti lettori che hanno dichiarato il loro amore per lui.
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