Possiamo definire la biblioterapia (o Shared Reading) come l’utilizzo creativo e ragionato dei libri per raggiungere obiettivi grazie alla guida o l’intervento di un facilitatore.
Biblioterapia è un termine che è stato coniato nel 1916 da Samuel Crothers: non è quindi una disciplina nuova. Oggi viene chiamata anche Shared Reading per evitare la concezione “sanitaria” che la parola originaria fraintende. Biblioterapia e Shared Reading sono quindi concetti sovrapponibili.
Se ne sente parlare poco e in modo approssimativo di questo strumento. E invece è un metodo a disposizione di diversi professionisti medici e non medici. Ognuno di loro può avvalersi di ogni tipo di materiale narrativo per raggiungere i propri obiettivi professionali.
Biblioterapia clinica e biblioterapia dello sviluppo
La biblioterapia può essere divisa in due grandi gruppi: biblioterapia clinica e biblioterapia dello sviluppo. Iniziamo dalla prima. La biblioterapia clinica è quella utilizzata da figure professionali mediche, psichiatri e psicologi, oppure da personale supervisionato da medici, come gli infermieri, i tecnici della riabilitazione psichiatrica e gli infermieri.
La biblioterapia dello sviluppo è quella utilizzata dalle figure umanistiche quali sono gli insegnanti, i bibliotecari, i counselor, i filosofi, i coacher, gli educatori e gli infermieri nelle loro funzioni autonome, gli operatori socio-culturali.
Ma qual è la differenza tra le due forme di biblioterapia? Nel caso della biblioterapia clinica, ci si occupa della parte malata della persona, quindi serve una diagnosi e un piano di cura, che è compito del medico. La biblioterapia dello sviluppo, invece, si occupa della parte sana, delle potenzialità inespresse, della possibilità di osservare i problemi da punti di vista differenti, di individuare soluzioni non immaginate prima, di sviluppare empatia, di stimolare l’utilizzo del pensiero laterale, di osservare sé stessi e gli altri sotto una luce differente.
Come funziona la biblioterapia
E’ possibile utilizzare la biblioterapia all’interno di un gruppo o in sedute face-to-face. Il conduttore del gruppo funge da facilitatore nell’utilizzo del materiale narrativo. È lui che fissa gli obiettivi da raggiungere, sceglie i testi da utilizzare, decide come presentarli e quali domande-stimolo porre. E’ sempre suo compito dare regole al gruppo e monitorare che tutto vada bene: coinvolge i più ritrosi, stimola i dubbiosi, seda eventuali diatribe, stimola il piacere del testo. Alla fine deve anche essere in grado di verificare se i risultati attesi sono stati raggiunti.
La biblioterapia dello sviluppo di Biblioterapia Italiana
Io sono un biblioterapista dello sviluppo, i miei laboratori rappresentano un luogo in cui parlare di libri e di sé, dove la piacevolezza e la leggerezza sono il primo presupposto per lavorare verso il raggiungimento di obiettivi di crescita personale. A tutte le età è possibile scoprire che tra le pagine dei libri tanto amati c’è qualcosa di diverso, di nuovo, che ci parla di noi e ci fa parlare con gli altri. Si parte dal presupposto che la lettura non è un’atto solitario, ma un atto sociale. Parlando di libri siamo in grado capire noi stessi e delle dinamiche che ci circondano. Il gruppo di lettura è diverso dal gruppo di biblioterapia. Nel primo caso il libro è l’obiettivo, mentre nel secondo è lo strumento. Questo significa che il libro diventa la finestra da cui ci affacciamo per comprendere e diventare persone sempre migliori all’insegna del piacere della lettura.
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