Il primo centro di ricerca sulla biblioterapia è nato all’Università di Verona. Dopo lunghi lavori preparatori, nei primi mesi del 2022 è diventato operativo. Stiamo ancora cercando di modellarlo, di dargli un’identità chiara. Ma la sfida è proprio questa: far dialogare le diverse anime della biblioterapia per rendere possibile una ricerca italiana originale ed efficace per chi lavora sul campo.
Genesi del centro di ricerca
Da quando ho iniziato a collaborare con l’Università degli studi di Verona sono avvenute tante cose: ho tenuto i laboratori didattici sulla biblioterapia per i corsi di laurea del dipartimento di Culture e Civiltà, ho collaborato alla progettazione e alla realizzazione, oltre ad aver insegnato, al primo corso di aggiornamento sulla biblioterapia nel 2022. Poi il master, ancora in corso, che vedrà una nuova edizione a partire da marzo 2023. Infine, il centro di ricerca Biblioterapia. I libri per il benessere. Quest’ultimo traguardo è particolarmente importante perché di natura collaborativa. Infatti, si tratta di un centro interdipartimentale a cui afferiamo noi di Culture e Civiltà in collaborazione con Scienze Umane e Neuroscienze. La biblioterapia è per sua natura interdisciplinare e solo un team collaborativo è in grado davvero di studiarla nel migliore dei modi.
Com’è costituito e cosa fa il centro di ricerca
Un centro di ricerca universitario deve avere un direttivo costituito da professori strutturati dell’ateneo (qui) e un comitato scientifico di esperti a diverso titolo (qui). La mission del centro può essere sintetizzata nei seguenti punti:
- promuovere lo studio e la diffusione della Biblioterapia e della Shared reading in Italia nonché di stabilire rapporti con i rappresentati della disciplina nel mondo;
- organizzare convegni, seminari e corsi di studio per favorire gli scambi e i contatti fra studiose;
- promuovere la formazione di base e la formazione continua destinata a professioniste/i provenienti da ogni disciplina;
- promuovere la ricerca scientifica sugli effetti dell’applicazione della Biblioterapia clinica e della Biblioterapia dello sviluppo (competenza delle professioni non mediche);
- esplora i diversi campi di applicazione della Biblioterapia e della Shared reading;
- favorire la pubblicazione di volumi collettanei o monografici nonché di articoli scientifici e ricerche per sviluppare un dialogo con la comunità scientifica italiana e internazionale.
Primi passi
Il nostro primo banco di prova è stato il convegno internazionale a Roma il 28 giugno 2022 Il benessere a scuola attraverso i libri in cui siamo stati chiamati a organizzare i contenuti e a partecipare come relatori dal Cepell (Centro per il libro e la lettura). Entro fine anno gli atti saranno pubblicati in un volume. È stata una bella esperienza, lavorare in gruppo è una cosa a cui per molto tempo non sono stato abituato e che mi dà grande soddisfazione. Il confronto con altri permette una crescita professionale più ampia, diventano più chiari i propri limiti, ma anche le proprie possibilità. Adesso siamo proiettati al 2023 per una programmazione che non sarà semplice, ma si prospetta comunque molto stimolante.
Il futuro
Valutare quello che sarà possibile realizzare in una struttura complessa come quella universitaria non è facile e neppure possibile. Ma le idee sono chiare: iniziare a realizzare le prime ricerche sulla biblioterapia in Italia e diffonderle, utilizzando non solo lo strumento della ricerca qualitativa di tipo fenomenologico, ma anche quella quantitativa con gruppi di controllo. Il risultato atteso è l’esplorazione degli effetti della biblioterapia nel contesto socio-culturale italiano per capire come amplificarne gli effetti e renderla sempre più efficace.
C’è davvero tanto lavoro da fare, ma è una sfida entusiasmante che conto porterà lontano.
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