Durante il mio periodo di studi universitari, tra i vari schemi di studi che utilizzavo, c’era quello che vedete nella foto preparato con il mio vecchio pc e stampato su carta fotografica per l’esame di Letteratura moderna e contemporanea: lo conservo ancora. Dovevo memorizzare le date di nascita e morte di alcuni dei più importanti scrittori del Novecento e ho cercato di favorire la memorizzazione evidenziando eventi fondamentali: la prima e la seconda guerra mondiale (colonne grigio e rossa), il 1925 quale inizio del ventennio fascista (linea sottile rossa), il 1968 che segnava l’inizio della rivoluzione culturale che avrebbe per sempre cambiato la società e i costumi (linea sottile gialla). E poi il 1985 (linea sottile viola). Dopo quest’ultima data molti dei grandissimi del Novecento hanno cominciato a scomparire e questo cambiò radicalmente la letteratura italiana. E a morire proprio in quella data, che per questo è segnata come linea di demarcazione, è stato il più grande: Italo Calvino.
I cento anni di Calvino
Se Italo Calvino fosse ancora vivo, quest’anno avrebbe cento anni. È un anniversario che in Italia, e non solo, sarà certamente celebrato. Mi aspetto cose in grande e diffuse ovunque. Anche nelle piccole realtà sono convinto che si darà vita a iniziative di ogni tipo. D’altro canto, stiamo parlando di uno scrittore che viene indicato tra le penne più grandi a livello mondiale. Il notissimo critico letterario Harold Bloom nel suo Come si legge un libro e perché inserisce Calvino a fianco di grandi nomi quali Jorge Luis Borges, Ernest Hemingway, Vladimir Nabokov, Flannery O’Connor, Anton Cechov e Guy de Mupassant. Il fatto che prima di morire stesse preparando un ciclo di conferenze da tenere in un giro degli Stati Uniti, ci dà ulteriormente la misura di quanto fosse apprezzato. Come sappiamo, gli appunti di quelle conferenze sono stati pubblicati postumi nel meraviglioso Lezioni americane, diventato un irrinunciabile per chiunque si occupi di letteratura, ma anche per i lettori più appassionati. Non dimentichiamo poi che Calvino rappresenta l’intellettuale che ha fatto la resistenza e poi l’ha descritta. Ma è anche colui che ha avviato il mondo della letteratura post-bellica verso la modernizzazione, la sperimentazione, l’innovazione. C’è da chiedersi cos’altro si sarebbe inventato se non fosse morto a soli 61 anni.
Quando manca il colpo di fulmine
Lo confesso: non sono innamorato di Calvino. O forse sarebbe meglio dire che non l’ho ancora corteggiato come avrei dovuto fare da tempo. Certo: ho letto i fondamentali, ho studiato la biografia, i saggi che parlavano di lui e così via. Ma non l’ho mai veramente scelto. Può apparirvi una banalità, ma un libro lo scegli per i motivi più diversi. Talvolta anche solo per la copertina. Però la scelta la compi e la tua predisposizione per quel testo è tale per cui ti avvicini con uno spirito che ti permette di essere lucido nel tuo apprezzamento e nel tuo giudizio.
Di fronte a questo importantissimo anniversario ho quindi deciso di prendermi il tempo per entrare prima nel testo e solo in un secondo momento nell’aspetto letterario (esattamente il contrario di quello che avviene all’università). Ho la convinzione che questo mi darà gli strumenti per capirlo e farlo capire. Perché ho scoperto che non sono il solo a non aver avuto il colpo di fulmine per Calvino e questo mi induce a considerare la possibilità di innamorarmi e far innamorare altri. Come? Ovviamente attraverso la biblioterapia.
Progetti di biblioterapia con Calvino
Ho promesso prima di tutti alle mie corsiste dell’Università Popolare di Sona che a ottobre sarei giunto con un corso su Calvino. È parlando con loro che ho pensato alla necessità di tornare a Calvino con animo diverso. Soprattutto, la biblioterapia utilizza la letteratura in modo non didattico e, purtroppo, Calvino oggi è relegato quasi esclusivamente nelle scuole. Mi riprometto, invece, di portarlo ovunque io possa. Nei prossimi mesi vorrei realizzare qualcosa anche online, ma il 2023 mi ha portato in dono una camionata di altri impegni e al momento non posso che assolverli. Intanto divoro Calvino e vediamo che succede.
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