Forse ricorderete che martedì 28 giugno 2022 si è tenuto a Roma, presso la Biblioteca Nazionale Centrale, il convegno internazionale dal titolo Biblioterapia: il benessere a scuola attraverso i libri organizzato dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) e curato nella parte scientifica dall’Università degli studi di Verona di cui faccio parte. Se lo streaming del convegno è stato reso disponibile da subito (qui), gli atti sono stati scritti dai relatori tra l’estate e l’autunno, e dal 27 gennaio 2023 saranno disponibili nelle librerie e negli store online. Negli atti sono contenuti gli estratti di ciò che è stato esposto durante il convegno, ma non solo.
Gli atti di convegno come risorsa aggiuntiva
Non tutti gli atti dei convegni sono uguali. Ci sono casi in cui prima ancora del convegno viene chiesto al relatore di presentare una relazione scritta su ciò che dirà. Queste relazioni vengono rilegate in volume e possono essere utilizzate in due modi: o come anticipazione per i convenuti, a cui poi seguiranno gli atti veri e propri, o proprio come atti conclusivi. In questo caso lo scopo degli atti è unicamente di memoria rispetto ai contenuti espressi verbalmente. Gli atti scritti dopo il convegno sono un’altra cosa. All’interno dei convegni ognuno porta il proprio sapere, ma ha poi la possibilità di confrontarsi con gli altri relatori e con i convenuti, raccogliendo nuove informazioni e suggestioni. La scrittura degli atti a posteriori permette di completare il proprio intervento con considerazioni aggiuntive e nuove riflessioni. Inoltre, i tempi stretti di tutti i convegni impediscono un approfondimento spesso necessario dell’argomento trattato. Gli atti scritti successivamente danno la possibilità di valutare cosa non si è potuto dire, completando il quadro teorico e riflessivo. In questo modo, sia coloro che hanno assistito al convegno, sia chi non ha avuto possibilità di ascoltare gli interventi, potranno leggere e studiare i contenuti curati e approfonditi.
Modalità di studio degli atti
Ma come si utilizzano gli atti di un convegno? È necessario non confonderli con un testo qualsiasi. Leggerli come fossero un libro di narrativa non è possibile. Si tratta di un volume collettaneo che contiene modalità di scrittura molto differenti tra loro, in cui gli argomenti e i punti di vista variano e non collimano sempre. In questo modo ognuno si crea un proprio punto di vista, che però necessita di trovare un avvallo scientifico. Per questo visionare la bibliografia a piè di pagina e finale è molto importante. I relatori portano certamente, e giustamente, il proprio operato e punto di vista, che non nascono autonomamente, ma grazie a studi svolti e indicati. In questo modo coloro che si servono degli atti di un convegno come strumento di studio possono verificare e approfondire gli argomenti, decidendo così se proseguire ulteriormente esplorando il materiale bibliografico o riflettere solo sullo scritto preso in esame. Gli atti sono utili anche per una riflessione diacronica tra convegni, potendo così avere consapevolezza dell’evoluzione della disciplina nel tempo.
Biblioterapia a scuola: cosa troverete in questi atti
Se il lavoro svolto come curatori da me, Maria Greco e Irene Monge non è stato semplice, i veri protagonisti di questi atti sono i relatori. Ognuno di loro ha creato un articolo che può essere letto in autonomia su questioni specifiche. La biblioterapia è una tecnica molto vasta che nello stesso campo di applicazione, in questo caso la scuola, trova molte modalità di messa in atto e di professionalità che, in modo differente, possono utilizzarla. La biblioterapia è una tecnica multidisciplinare e per tale motivo questi atti hanno visto l’apporto di insegnanti, poeti, filosofi, letterati, psicologi, psichiatri e studiosi. Lungi dal considerare questo lavoro completo ed esaustivo, è certamente un punto di partenza molto promettente, primo in Italia, ma speriamo non ultimo. La biblioterapia a scuola ha diverse applicazioni non considerate in questo lavoro, ma che attendono di essere esplorate e diffuse. Il lavoro è ancora lungo, ma anche nel nostro Paese, finalmente, la strada è stata aperta.
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