Era il 2015 quando il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro impose che fossero ritirati dagli asili pubblici 49 libri che riteneva gender, quindi lesivi per l’educazione dei bambini. In quegli anni non mi occupavo di scuola e confesso di non aver studiato il tema. Si parlò dei 49 libri censurati, ma la cosa mi sfuggì. Nei mesi scorsi, avendo lavorato con gli insegnanti sulla biblioterapia e venendo a conoscenza della cosa, ho cominciato a esplorare alcuni di quei testi. Uno lo avevo già nella mia libreria e mi sono subito accorto di una realtà sconcertante: si trattava di un libro scritto molto prima che si parlasse di gender, ma era stato comunque catalogato tra quelli che se ne occupavano. Ma perché?
L’interpretazione personale dei libri
Non c’è dubbio che ogni lettore ha uno spazio di interpretazione personale che si discosta dalle intenzioni comunicative dello scrittore. Ce lo spiegano le Teorie sulla ricezione del testo postulate da Robert Jauss e Wolfgang Iser. Ma classificare un libro in un modo o in un altro è altra cosa. Tra i miei libri c’è Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni, pubblicato la prima volta nel 1959. I protagonisti sono macchie colorate di giallo e di blu. C’è un ampissimo spazio per la fantasia, tanto che la comparsa di questo libro rappresentò un nuovo modo di narrare, meno didascalico e più fantasioso e artistico. Quando ho letto la prima volta questo libro, non ho assolutamente pensato a questioni di identità sessuale o di differenti gusti sessuali. Nonostante ciò, questo titolo è tra quelli censurati. Eppure non può essere nato con l’intento di diffondere qualsivoglia teoria dato che nel 1959 non si parlava di gender o altro. Ma allora perché questa censura?
Libri censurati
Premetto che io sono a favore dello spiegare fin da piccoli la realtà del mondo, le differenti tipologie di famiglie, le diversità individuali. Credo che questo permetta loro di muoversi nella società con maggior sicurezza e consapevolezza. Inoltre, nel momento in cui loro si trovassero in una determinata condizione tra quelle spiegate, si sentirebbero accolti e non respinti. Sono anche convinto che l’orientamento sessuale, di genere o quant’altro, siano insite nella persona e non siano caratteristiche acquisibili da ciò che ci viene detto o insegnato. Ma in questo contesto voglio analizzare con voi i motivi di una censura immotivata.
Capisco (anche se non lo approvo) che un libro come Piccola storia di una famiglia di Francesca Pardi, in cui si parla di una famiglia omogenitoriale dove due donne hanno chiesto a un dottore gentile un semino per far nascere dei bambini, possa essere considerato inadatto ai più piccoli. Ma un carinissimo Io non sono come gli altri di Janik Coat in cui semplicemente si invitano i bambini a essere se stessi senza sentirsi in dovere di confrontarsi con gli altri, cosa c’entra con l’identità sessuale? Negli Stati Uniti la censura di libri nelle scuole è in continua espansione (qui) e speriamo che questo non accada in Italia. Ma credo che ci sia un equivoco di fondo da chiarire.
I libri migliori
I libri migliori sono quelli plurivaloriali in grado di descrivere diversi punti di vista. Sono quelli che permettono al lettore il maggior spazio possibile per i suoi pensieri e le sue considerazioni. In ambito educativo, così come in biblioterapia, i libri vengono scelti per permettere di traghettare concetti, valori, considerazioni. Il libro adatto viene individuato per realizzare questo passaggio nel migliore dei modi. Non è detto che il libro che io scelgo abbia per forza come soggetto l’argomento che voglio trattare. I censori, nella scelta dei 49 titoli, hanno considerato tutti quelli che secondo loro potenzialmente potevano essere utilizzati a quello scopo, dimenticando che ne esistono un’infinità che l’educatore può scegliere e adoperare per raggiungere lo stesso obiettivo, senza che loro se ne accorgano. Le famiglie più bizzarre le trovo nelle fiabe e favole classiche. Non è così difficile individuare personaggi la cui amicizia è in realtà amore. Lo sanno tutti che Achille e Patroclo erano amanti. I miti greci sono colmi di relazioni omosessuali. Vogliamo parlare delle favole di Esopo? Io credo che la censura nasconda un’intenzione diversa, a mio avviso ancora più grave.
Libertà di insegnamento
L’articolo 33 della Costituzione Italiana prevede il diritto alla libertà di insegnamento. Questo deve essere orientato al bene dei discenti. Il problema è tutto qui: qual è il loro bene? È giusto che sappiano tutto ciò che esiste nel mondo? Ha senso che siano rassicurati rispetto alla propria normalità, qualsiasi cosa sentiranno di essere? I valori di solidarietà, di rispetto per l’altro e per se stessi, di giustizia etica, di vicinanza per chi è differente da sé sono ancora importanti? La maggior parte degli insegnanti è cosciente delle necessità dei loro discenti e si adopera per questo. La libertà d’insegnamento è il primo strumento a loro disposizione, seguito dalle indicazioni ministeriali e della scuola di appartenenza. I giovani vivono in una società sempre più complessa e necessitano di tutti i mezzi possibili per viverla appieno senza esserne schiacciati. Purtroppo c’è chi pensa di poter invertire le dinamiche sociali e antropologiche limitando le informazioni. Non potendo interferire con la libertà d’insegnamento, i singoli amministratori provvedono a censurare i libri. Ma non è ai libri che mirano perché sanno che gli insegnanti possono proseguire la loro attività anche senza quei testi. Il loro obiettivo è lanciare un messaggio: se parli ancora di questi argomenti, passerai dei guai.
La conoscenza li salverà
Se qualche genitore leggesse questo post vorrei rassicurarlo: i bambini e i ragazzi che vengono a conoscenza, guidati dagli insegnanti e dai libri da loro scelti, della realtà che li circonda saranno giovani più attrezzati ad affrontare il mondo. Non dimentichiamo che già alle elementari cominceranno a navigare in internet e le informazioni le troveranno da soli e senza essere guidati: questo è davvero rischioso. Ma se saranno stati già orientati a capire la complessità del mondo senza esserne spaventati, probabilmente saranno in grado di discernere molte delle informazioni da cui saranno travolti. E magari, sentendosi diversi ma non sbagliati, decideranno che la cosa migliore da fare sarà quella di parlare con i loro insegnanti e i loro genitori. Non mi sembra davvero poco.
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