Oggi inizieranno le lezioni della seconda edizione del Master in biblioterapia organizzato dall’Università degli studi di Verona e di cui sono organizzatore e referente didattico. Attualmente sto portando a terminare il percorso formativo degli studenti che la primavera scorsa avevano iniziato la prima edizione di questo Master, che ormai conosco bene e con cui ho familiarizzato. Tra poco conoscerò i nuovi studenti con cui lavorerò fino a metà del 2024: un nuovo lavoro mi aspetta.
Edizione dopo edizione
Se la prima edizione del master è stata impegnativa per le tante novità che dovevo affrontare, la seconda mi permetterà di concretizzare ciò che ho imparato dall’esperienza svolta. Con gli studenti della prima edizione non avrò terminato il mio compito finché non avranno concluso i loro project work ed esposto la tesi di fine master (a fine maggio), ma intanto comincio a conoscere questo nuovo gruppo, che si presenterà numeroso. Dopo le iscrizioni, abbiamo trovato tutti i posti disponibili occupati, dando vita a un gruppo di venti professionisti che si apprestano a formarsi all’utilizzo della biblioterapia nelle sue diverse peculiarità e possibilità applicative.
Le novità
È inevitabile che ogni nuova edizione porti con sé qualche cosa di nuovo, anche nella presentazione delle nozioni immodificabili, come le basi teoriche, la storia della biblioterapia, i modelli formativi esistenti all’estero. Ho sentito l’esigenza di prendere le mie slide e rifarle daccapo, aggiungendo e togliendo, ma anche cercando di rendere visivamente più piacevoli le slide da presentare: cinque ore di lezione di file non sono facili da sostenere.
Ma le novità assolute della nuova edizione sono i moduli di Neuroscienze della lettura e di Bibliomusictherapy che credo saranno davvero materie gradite e interessanti.
Trasmettere l’esperienza
La maggior parte di noi docenti porta nuovamente le proprie competenze in questo seconda edizione, ma arricchite da un anno di esperienza. E non si tratta solo di esperienza legata all’insegnamento nella prima edizione del master, dove ci si è accorti dei correttivi necessari e delle richieste fatte dagli studenti. Ognuno di noi ha lavorato da professionista nel proprio campo in ambiti diversi, facendo nuove esperienze che non possono che divenire patrimonio comune con gli studenti, professionisti da far crescere e a cui dare gli strumenti necessari per applicare la biblioterapia nel loro ambito.
A ognuno la propria strada
Ma la sfida più grande sarà quella di aiutare ogni studente a trovare la propria strada. Sono sempre più convinto che ognuno debba essere in grado di portare la biblioterapia nella propria professionalità nel modo più originale possibile. I facilitatori biblioterapisti sono unici, capaci di portare le proprie competenze e la propria persona nei laboratori che realizzano. Lo stile di conduzione cambia per ognuno e da formatore mi sento di dire che è indispensabile trovare la propria modalità, non imitare quella di altri. Dotarsi di tutta la formazione necessaria significa apprendere le nozioni e le tecniche, ma poi immaginare e sperimentare come la propria persona sia in grado di realizzarle la biblioterapia tenendo conto delle proprie risorse e dei propri limiti.
Per concludere
Tra poco prenderò in carico questo nuovo gruppo. È un onore, ma anche una responsabilità. Cercherò di dare loro tutto quello che posso e tenterò di condurli alla ricerca della propria modalità di essere facilitatori di biblioterapia. Avrò affinità con qualcuno e qualche contrasto con altri. Ma a tutti cercherò di dare il massimo delle mie attenzioni, con competenza e con osservazioni sincere e costruttive. Il resto verrà da sé. Ho imparato che dopo le aspettative arriva il tempo della realtà, quando serve accogliere l’imprevisto che può essere molto più bello di quello che si era immaginato.
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