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Tutti i 3 di Biblioterapia Italiana

Tre anni fa lasciavo il mio lavoro in ospedale per occuparmi di biblioterapia a tempo pieno. Da dipendente statale diventavo una partita iva. La prima pandemia era appena passata, il mondo sembrava stravolto e io iniziavo una nuova avventura che ancora sta proseguendo. Ma non è stato un colpo di testa. Quest’anno c’è un altro 3 che indica una ricorrenza. È il 3 contenuto nel numero 13 che sono gli anni che compie la mia esperienza come facilitatore di biblioterapia, cominciata a ottobre 2010 con il mio primo corso. E a dicembre, esattamente il 16, aprivo il primo sito di Biblioterapia Italiana.

Quattro conti con il passato

Se il 2010 è stato l’inizio della vera e propria attività di biblioterapia, lo studio per arrivarci è iniziato anni prima. Dal 2004 al 2007 mi sono dedicato a completare gli studi superiori. Negli anni Ottanta per diventare infermiere bastava un biennio di scuola superiore e i tre anni (ancora il 3 che torna) di scuola professionale. Mancando di un diploma di scuola media superiore, mi sono quindi iscritto al liceo umanistico “Montanari” di Verona e per tre anni (eccolo di nuovo) studiavo in autonomia e con insegnanti privati, e svolgevo gli esami da privatista a giugno o a settembre. Dal 2007 al 2010 ho studiato Lettere all’Università di Verona e mi sono laureato alla triennale (ritorna ancora il 3) e dal 2010 ho iniziato a organizzare i primi laboratori e svolgere alcuni modesti interventi nei convegni. Successivamente, ho completato gli studi universitari con la magistrale, così da poter praticare la biblioterapia e allo stesso tempo restare legato all’ambito dello studio. Dopo 10 anni di attività, quando mi sono reso conto che non ero più in grado di sostenere sia il lavoro in ospedale sia quello con la biblioterapia, ho deciso di fare il grande salto di cui festeggio i 3 anni.

Dal blog al sito

Dopo aver concluso il mio primo corso in quel 2010, ho deciso di mettere la mia attività su internet. Credetemi, non avevo idea di dove mettere le mani. Ho aperto un blog senza acquistare un dominio, ma approfittando della possibilità di appoggiarmi a quelli resi disponibili da Google. Il blog si chiamava biblioterapiaitaliana.blogspot.com (qui la prima pagina scritta che ho potuto trasportare nel sito nuovo). Per dieci anni è rimasto su quella piattaforma che oggi non esiste più, dove cercavo di scrivere poche righe, ma ogni giorno. Se guardo i contenuti di oggi e quelli di quel tempo, il confronto risulta impietoso. Ma so che quello che ero è stato indispensabile per essere quello che sono oggi. Con il 2020 (quindi 3 anni fa) ho acquistato un dominio, registrato il logo e aperto questo sito che considero la base del mio lavoro.

Altri 3 ancora

3 sono le persone che devo ringraziare per la possibilità di poter fare quello che sto facendo e che amo: mia moglie, che ha accettato un marito che lascia un posto sicuro per aprire una partita iva, appoggiando il suo sogno (cosa affatto scontata) e i mei due figli, che mi hanno sempre incoraggiato e che continuano a farlo.
3 sono anche i corsi dedicati alla formazione di professionisti sulla biblioterapia che ho organizzato con l’Università di Verona: le due edizioni del master e un primo corso pilota di 88 ore svolto nel 2021.
Se penso ad altri numeri 3 comparsi in questa avventura ne trovo, ma sono ridondanti perché legati all’attività da libero professionista, come l’Accademia online di biblioterapia e tecniche narrative che è stata la madre di tutte le attività. E qui ci scappa un altro 3 perché nell’Accademia ho creato il corso sul Signore degli Anelli che ho registrato con l’aiuto di altri 3 professionisti.

Per concludere

Tredici anni sono tanti o sono pochi? Mi sembrano pochissimi e tantissimi allo stesso tempo. Sono tanti se penso a quanto mi ci è voluto per fare il grande salto. Guardo a quelle persone che sui social testimoniano come nel giro di poco tempo abbiano cambiato la loro vita. Io, invece, c’ho messo un decennio per costruirmi l’esperienza necessaria e vi garantisco che ancora sto imparando. I miei tre anni da libero professionista sono stati splendidi, ma non facili. Ci sono quelli che addirittura nel cambiare vita si trasferiscono in località esotiche e vivono in un’eterna vacanza. Sappiatelo: io giro ancora con la mia borsa piena di libri e a volte mi trascino nelle metro, prendendo la linea sbagliata con una facilità impressionante. Ma non ho nessuna invidia. Vivo di libri: vi sembra poco?

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