Lunedì 29 maggio all’Università degli studi di Verona abbiamo consegnato 12 diplomi ai nostri studenti del Master in Biblioterapia.
Non è stata solo un’esposizione dei lavori svolti, ma una vera e propria festa.
Un padre aveva con sé i tre figlioletti.
Una single ha ricevuto fiori da quattro anziane appartenenti al gruppo di biblioterapia che aveva formato.
Una zia è stata circondata dai suoi nipoti.
Un’insegnante ha visto la sua intera classe ascoltarla durante l’esposizione.
Per ognuno è stato un momento di felicità e per me è stata una soddisfazione vedere la conclusione di un percorso che apre a nuovi inizi.
Dal passato al futuro
Quando parecchi anni fa ho scoperto la biblioterapia, non esistevano percorsi professionalizzanti per utilizzarla dal punto di vista umanistico e di sviluppo. Così sono dovuto passare per un percorso molto più lungo, ma che mi ha portato a realizzare per altri quella formazione che avrei voluto per me.
Per alcuni di questi studenti, tutti professionisti già affermati, riesco a immaginare cosa ne faranno delle competenze di biblioterapia apprese in futuro. Per altri faccio più fatica. Per tutti ho la certezza che sapranno mettere a frutto le conoscenze e le esperienze che abbiamo maturato insieme. Ho conosciuto ognuno di loro e conosco il loro valore.
È stato fantastico vedere come un gruppo di persone mature si sia salutata con un’emozione simile a quella che si prova il giorno dell’esame di maturità. Possiamo dirci che se non si smette di imparare, si rimane giovani per sempre?
Le tesi di Master in Biblioterapia
Gli studenti hanno presentato la descrizione e i risultati di un project work sul territorio su cui hanno lavorato dopo aver studiato buona parte della teoria e dopo le simulazioni di conduzione in aula e online. La consegna che avevano ricevuto era di progettare attività che rispettassero le basi teoriche, ma che loro sentissero vicine al proprio ambito professionale e alla loro personalità. Io credo che, per essere conduttori di biblioterapia efficaci, sia importante misurarsi con sé stessi. Il facilitatore di biblioterapia è un professionista che entra nel gruppo con le proprie peculiarità e risorse. Io credo sia importante stimolare in chi studia questa disciplina la ricerca di tutte quelle caratteristiche personali, inclusa la preferenza del setting d’azione, in grado di rendere utilizzabile ogni risorsa interiore.
I lavori presentati sono stati 12 e potete trovare i titoli e i loro autori qui su una pagina del centro interdipartimentale Biblioterapia. I libri per il benessere dell’Università di Verona.
Ci sarà la terza edizione del Master in Biblioterapia?
Alla discussione delle tesi di master c’erano anche alcune studentesse dell’edizione in corso, potendo avere così un assaggio di come termineranno questo tipo di percorso. Intanto continuano le proprie lezioni, preparandosi a un’estate di incontri in presenza in università per le attività di Role playing, prima delle quali non possono iniziare la progettazione e la realizzazione dei loro project work. I fine settimana di luglio e della prima settimana di agosto saranno per loro e per me molto piene. L’esperienza mi dice che saranno giorni faticosi, ma colmi di soddisfazioni.
Intanto, già da qualche settimana, sto lavorando con la prof.ssa Federica Formiga, direttrice del master e del centro di ricerca, all’apertura delle iscrizioni in autunno della terza edizione di questo percorso formativo. Nell’attesa che la burocrazia faccia il suo corso, lavoro con le mie studentesse e i miei studenti per rendere le loro attività sempre più produttive e per diventare io un docente e un organizzatore sempre migliore.
Se volete essere informati sull’apertura delle iscrizioni del master, iscrivetevi alla newsletter di Biblioterapia Italiana qui.
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