parità di genere

Il rispetto delle donne: cominciamo da un libro

La giornata di oggi, 30 settembre 2023, è stata fissata come data per la consegna, da parte di tutte le aziende con più di 50 dipendenti, di un rapporto sulla condizione femminile nell’ambiente di lavoro che avviene ogni due anni. Oggi entra anche in vigore il Codice rosso rafforzato, il nuovo Decreto Legge 122/2023 che prevede che le donne che denunciano violenze di genere siano ascoltate entro tre giorni e nel caso i tempi non vengano rispettati il fascicolo passi a un altro Pubblico Ministero. Piccoli passi per andare verso una cultura in cui la parità di genere aumenti e il machismo tossico sia debellato. Ma la strada è ancora lunga.

Quello che potrebbe fare la biblioterapia

Qualche settimana fa mi sono incontrato con Ana Gutierrez e Irene Monge, due facilitatrici di biblioterapia con cui collaboro. Abbiamo deciso di dedicare nei rispettivi siti ogni mese un post contenente un argomento comune. La data del 30 settembre ci è sembrata la più adatta per iniziare parlando di una questione fondamentale: il rispetto verso le donne, ovvero il diritto alla parità di genere. Creare una cultura attorno a questo argomento richiede innanzitutto lo sviluppo di un livello empatico maggiore da parte dei maschi di ogni età. Credo che la biblioterapia potrebbe essere uno strumento adatto, ma ha un limite: la maggior parte dei partecipanti ai laboratori di biblioterapia appartiene al genere femminile. Certo, si può lavorare con le donne sulla consapevolezza dei propri diritti, sull’eliminazione della misoginia interiorizzata e sulla necessità di rifiutare le relazioni tossiche, ma serve arrivare agli uomini di ogni età. Per farlo ci sono due strade: in modo diretto, inserendo attività di biblioterapia nelle scuole di ogni ordine e grado, incluse le università, dove i maschi non possano esimersi dal partecipare, e sensibilizzando, le madri e le nonne, sempre con la biblioterapia e/o altre tecniche, a un’educazione dei figli e dei nipoti che parta dall’esempio in casa, facendo in modo che si respiri la parità di genere nella quotidianità. Cosa tutt’altro che scontata.

Il potere della circolazione dei libri

È indispensabile che non si crei l’evento contro la misoginia e l’educazione alla parità di genere e poi la cosa si concluda. I libri possono circolare sempre e diventare una delle chiavi di volta in grado di restare permanentemente all’attenzione delle persone. Parliamo di libri che trattano l’argomento, che possono destare stupore, capaci di arrivare anche laddove è difficile giungere. Per far questo è necessario leggere libri e parlarne, regalarli, motivando il dono e cogliendo continuamente occasioni per partecipare insieme a questo cambiamento. Teniamo questi libri nelle nostre case, in bella vista, per creare l’opportunità per discutere con chi non è ancora arrivato a capire che il fatto che uomini e donne sono biologicamente differenti non può significare che hanno diritti diversi. Ecco quindi tre titoli utili a questo.

Il costo della virilità

La lettura di questo libro dal titolo chiaro, Il costo della virilità, scritto da Ginevra Bersani Franceschetti e Lucile Peytavin, non posso esimermi di consigliarlo. È un saggio corposo che parte dal presupposto che ci sono comportamenti e reati compiuti soprattutto dai maschi e che hanno un enorme costo sulla società. Il libro non presenta una mera osservazione economica, bensì si tratta di un’analisi storica e sociologica del fatto che il comportamento maschile non nasce dalla biologia, ma dalla cultura. L’uomo non è irrimediabilmente aggressivo, ma giunge a esserlo, plasmato da tutta una serie di stereotipi interiorizzati che sono stati creati da un’errata considerazione del maschile e del femminile. Ci abbiamo messo secoli ad affermare che le donne non sono streghe da mettere al rogo, che hanno un’anima e una personalità come gli uomini, che non sono fragili ed emotive; adesso è il momento di capire quanto gli uomini possono cambiare. Perché aggressività non è sinonimo di virilità ma, al contrario, di debolezza e incapacità di esistere.

Donna, vita, libertà.

Se il nome di Marjane Satrapi è garanzia di qualità di questo graphic, non è lei la sola autrice di questo Donna, vita, libertà. Avere vent’anni in Iran e morire per i diritti delle donne. Con lei scrivono e disegnano penne importanti, ognuna con una voce diversa, creando un collage di storie e di eventi storici in nome di Mahsa Amini che, il 16 settembre 2022, è stata uccisa per non aver indossato adeguatamente il velo. Una morte che ha dato vita a un movimento di donne, ma non solo, decise a rivendicare il diritto a vivere la propria vita nel modo che preferiscono. Dopo lunghi periodi di manifestazioni di piazza, in cui altre donne sono morte, il movimento è stato smantellato con la forza, ma senza sparire, anzi. Le giovani continuano a lottare sotterraneamente.
Questo graphic ci aiuta a non dimenticare che la parità di genere è un diritto universale, ovunque deve essere così. Nei diversi Paesi del mondo la donna deve poter essere libera e vivere con le stesse possibilità e diritti degli uomini, così come le donne che migrano da un Paese verso un altro.

Le donne che pensano sono pericolose

Libro del 2014 ormai fuori catalogo, ma reperibile nelle biblioteche (anche in formato ebook), contiene una preziosa prefazione di Lella Costa. Le donne che pensano sono pericolose di Stefan Bollmann racconta la storia di donne intelligenti che hanno saputo agire come o meglio degli uomini nonostante gli uomini, impegnati ad agire contro di loro per salvaguardare il potere maschile, incapaci, spessissimo, ma per fortuna non sempre, di comprendere le potenzialità di persone geniali e coraggiose indipendentemente dal sesso di appartenenza. Si tratta di donne vissute in ogni parte del mondo e di ogni genere: scienziate, giornaliste, politiche, intellettuali, scrittrici, artiste, filosofe, tutte unite nel ribellarsi a una condizione che il destino aveva deciso per loro e che non erano intenzionate ad accettare. Donne che hanno vissuto in periodi differenti nella storia, che oggi guardiamo con stupore e senza le quali i passi avanti compiuti non sarebbero stati possibili.

Conclusioni

Queste proposte di lettura sono solo alcune della sterminata foresta di titoli proponibili. Ma la vera sfida biblioterapeutica è un’altra: far leggere questi libri ai padri e fare in modo che ne parlino con i loro figli maschi. Se è vero che alcune donne (spero poche) ancora faticano a uscire da un antico senso di inferiorità, la maggioranza sa quali sono i loro diritti e ciò che spetta loro. Gli uomini devono uscire da un modello di malsano patriarcato da smantellare, senza rimpianti, senza temere di perdere la propria virilità, che non può passare dall’autorità e dall’aggressività, ma che ha diritto di cittadinanza nell’autorevolezza, nell’empatia e nella tenerezza.

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