calvino

Il compleanno di Calvino (e di mio figlio)

Per me ricordare il giorno del compleanno di Italo Calvino è particolarmente facile: 73 anni dopo quel 1923 è nato mio figlio. Come dimenticare quindi il 15 ottobre?
Questo centenario però ci dice quanto presto ci ha lasciato uno degli ultimi grandi scrittori del Novecento e ci costringe a fare i conti con la sua letteratura, che non sempre è accessibile e amata come si pensa.

Per tutti, ma per molti non ancora

Io appartengo a quel tipo di lettore che non ama appassionatamente Calvino. Sbrodolo complimenti per molti autori, ma per lui no, pur apprezzandolo, pur avendo letto alcuni suoi libri. Quando ho visto le pubblicazioni per il centenario con i formati per bambini della trilogia I nostri antenati sono inorridito: davvero c’è qualcuno che pensa che i libri di Calvino siano libri per bambini? Forse Marcovaldo può essere adatto ai ragazzi, ma credo che parli comunque di più agli adulti. Non nego di aver apprezzato alcuni suoi libri. Per esempio, Le città invisibili mi sono piaciute e ne sono stato affascinato. La sua saggistica la considero unica e non ho potuto privarmi della lettura di Perché leggere i classici e Lezioni americane pubblicati postumi, ammirando ogni singola parola e considerazione. Il suo grande lavoro da etnologo e antropologo realizzato in Fiabe italiane lo trovo stupefacente e preziosissimo. Il suo contributo per testimoniare la resistenza attraverso Il sentiero dei nidi di ragno è semplicemente commovente. Ho studiato Ariosto leggendo il suo Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino. Ma qui mi devo fermare. Mi devo fermare perché per uno scrittore come lui non è scoccata in me la scintilla dell’innamoramento. E non ho ancora capito perché.

Alla ricerca dell’amore perduto

La profondità di Calvino è immensa e la sua scrittura è tutt’altro che facile. Spesso è più la scrittura che la trama a essere protagonista e questo non è semplice da sentire. Perché comprenderlo è cosa immediata, chiara, non discutibile. Ma le letture si sentono con il cuore e come l’amore non puoi importerle. Quando incontro persone che mi dicono che non si può non amare Calvino mi ritrovo nella condizione di coloro che si scherniscono, dicendo di non essere lettori, di non essere acculturati perché le loro letture non sono di altro livello, non sono dei classici. In realtà è proprio questo che mi permette di empatizzare con i miei utenti nei laboratori di biblioterapia: non giudico e mi sento uno di loro. La mia laurea in Lettere poco servirebbe se non fossi in grado di entrare in contatto con le persone e con la loro necessità di evolvere come lettori senza sentirsi inadeguati. Per assurdo, la mia incapacità di adorare Calvino, come meriterebbe, mi ha aiutato a fare meglio il mio lavoro di facilitatore di biblioterapia. Questo però non significa che io abbia rinunciato a Calvino. Semplicemente sto aspettando che il suo corteggiamento sia un po’ più stimolante.

Come lasciarsi corteggiare dai libri

Io leggo libri cartacei e digitali. Acquisto romanzi e albi illustrati. Non disprezzo graphic novel e manga. Il mio mondo è fatto di libri e nel mio mondo non c’è spazio per la supponenza e la discriminazione di generi letterari. Leggo fantasy, ma bramo, proprio in questi giorni, per partecipare a una lezione sull’epistolario di Manzoni. I volumi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco e quella di Don Chisciotte (posseggo una bella edizione del 1984 con i disegni di Gustave Doré che non vale nulla, ma mi vanto sempre di possederla) non sono molto distanti tra loro nella mia libreria. È un’orgia in cui cerco l’amore. Per trovarlo rimango disponibile e aperto all’ascolto. Nella mia libreria continuo a spostare i volumi e spesso li rimiro, lasciandomi semplicemente ispirare. Partecipo a incontri che parlano di letteratura e parlo con lettori e amici lettori. Lascio che l’ambiente attorno a me mi ispiri libri. I miei studenti del Master in Biblioterapia sono una continua fonte. L’incontro con i colleghi docenti lo sono altrettanto.
Da qualche giorno fotografo panorami, oggetti, persone e quant’alto che mi ricordano il titolo di un libro che ho letto o che vorrei leggere, poi pubblico la foto su Instagram di Biblioterapia Italiana e condivido l’ispirazione. Non pensate che in questa totale apertura dei sensi prima o poi arriverà qualche titolo di Calvino a stuzzicarmi? Io lo so che arriverà e sarà allora che mi troverò pronto ad apprezzarlo. Non prima. Io sono un lettore che se non si sente coinvolto da un libro nel giro di una cinquantina di pagine, lo molla. Non si ama con la costrizione. Né i libri, né le persone.

Conclusioni

Il momento di amare Calvino arriverà anche per me, lo so. Ma sarà un amore vero. Nel frattempo, invito coloro che sono già suoi amanti a non giudicare male quelli che non sono ancora stati conquistati. Dovrebbero essere, invece, dei buoni concubini, fornendo consigli pacati e comprensione per prepararci ad amare l’amante che loro già amano.
I libri hanno chiavi di lettura diverse per ogni lettore. È per questo che diffido dei grandi successi di mercato, che mai leggo nel momento di massime vendite, ma solo quando hanno smesso di essere stampati e si trovano solo nel mercato dell’usato (tralascio gli innumerevoli altri parametri di scelta). Consumare l’amore in quel momento diventa privilegio intimo e peccaminoso, lontano dagli occhi e dalle parole di tutti, che non sapranno mai quanto un amore maturo possa essere sorprendentemente passionale. Noi (e voi) che amiamo i libri, funzioniamo così.

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