La I.F.L.A., ovvero la International Federation of Library Associations è una federazione mondiale che riunisce le diverse associazioni di biblioteche sparse in 155 Paesi. Nata ad Edimburgo (Scozia) nel 1927, ha come mission principale di raggiungere, con i servizi bibliotecari, ogni gruppo di persone a cui tale risorsa è, per vari motivi, impedita (es. ospedali, carcere…).
Nel 1974 proprio la I.F.L.A organizzò un convegno in cui l’obiettivo era di capire come fornire libri in ospedale e come sviluppare programmi di biblioterapia adatti. Furono chiamati a relazionare professionisti esperti in diversi campi, soprattutto dagli Stati Uniti: bibliotecari, terapisti ricreazionali, ma anche infermieri e medici. Quest’ultima presenza rappresentò una svolta importante perché le professioni scientifiche riconoscevano il valore della letteratura all’interno delle loro competenze e accettavano di mettersi a confronto con il mondo dei libri.
Questi erano gli anni in cui la biblioterapia si confrontava con la propria storia e cercava le origini di una ramificazione che sembrava inevitabile. Perché se le competenze che utilizzava la biblioterapia erano le più svariate, anche i modi e i metodi di applicazione erano necessariamente diversificati. Era già chiaro che conoscere la letteratura era un prerequisito irrinunciabile e si cominciava a studiare con maggior scrupolo i diversi modi di utilizzare, in ambito biblioterapeutico, tali conoscenze. Cosa non facile allora e non facile neppure oggi.