La proliferazione di iniziative atte a creare nuove figure professionali che si occupassero di biblioterapia e a istituire organizzazioni in grado di occuparsi dello studio, della ricerca e dell’etica dei biblioterapisti giunse a un punto cruciale nel 1980. Le personalità che più si erano impegnate, e che avevano accumulato esperienze nel campo della biblioterapia, sentirono l’esigenza di creare un organismo nazionale (parliamo degli Stati Uniti) che sovraintendesse al rispetto dei parametri necessari all’applicazione della biblioterapia, uniformando gli standard richiesti e concentrando le risorse. Nacque in questo modo la National Federation for Biblio-Poetry Therapy (NFBT) che in questi anni è giunta a nuovi traguardi diventando un’associazione internazionale. L’aggiunta al suo acronimo di una “I”, in sostituzione della “N”, ha un valore particolare se si considera la prospettiva storica. Negli Stati Uniti esistono ancora delle associazioni indipendenti che si occupano di biblioterapia, così come, nei diversi Stati continuano a nascere e svilupparsi nuove forme associative che lavorano incessantemente per favorire l’ampliarsi delle frontiere della biblioterapia. Tuttavia, la presenza di un ente autorevole nel Paese considerato più all’avanguardia nel mondo permette a tutti noi di lavorare nella consapevolezza che, nonostante i limiti e le difficoltà (non dimentichiamo che gli Stati Uniti studiano e lavorano considerando sempre che a un servizio deve corrispondere un guadagno), l’applicazione e lo sviluppo della biblioterapia è possibile. Ogni realtà nazionale a modo proprio.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede