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La biblioterapia e le leggi di Ranganathan

Mi sto interessando alle leggi di Ranganathan, che appartengono al mondo della biblioteconomia e delle biblioteche, ma a mio avviso ricalcano in modo impressionate le fasi del Processo biblioterapeutico. Ecco perché.

Il libro sulle leggi di Ranganathan

Per studiare le leggi di Ranganathan ho studiato il libro di Carlo Bianchini intitolato I fondamenti della biblioteconomia: attualità e pensiero di S.R. Ranganathan. Carlo Bianchini è professore associato di Biblioteconomia e bibliografia presso il Dipartimento di Musicologia e beni culturali (Cremona) dell’Università di Pavia ed è membro dei comitati scientifici delle riviste “JLIS.it” e “AIB Studi” e del Gruppo di studio Catalogazione, indicizzazione, linked open data e web semantico (CILW). Il libro è stato pubblicato nel 2015, ma essendo analizzate leggi considerate unanimemente attualissime, è tutt’altro che datato e il profilo professionale dell’autore ne fa un testo affidabile.

Le 5 leggi di Ranganathan

Shiyali Ramamrita Ranganathan (1892-1972) prima di essere un bibliotecario è stato un matematico. Sarà per la legge dell’interdisciplinarietà che spesso ritroviamo quando parliamo di biblioteche, ma anche di biblioterapia, che la visione di questo studioso indiano è stata tra le più lucide e precise del Novecento e che ancora illuminano la biblioteconomia di ogni paese. Le sue leggi sono semplici, ma chiare:

  • I libri esistono per essere usati
  • A ogni lettore il suo libro
  • A ogni libro il suo lettore
  • Risparmia il tempo del lettore
  • La biblioteca è un organismo che cresce

La loro semplicità però non è sinonimo di banalità e serve tutta la lettura del libro di Bianchini per ragionare su questi concetti in grado di portare alla luce le contraddizioni di certi sistemi bibliotecari vetusti, quando concetti risalenti al Novecento sono ancora qui a illuminarci.

Ranganathan e la biblioterapia

Certamente Ranganathan non pensava alla biblioterapia quando ha postulato le sue cinque leggi. Eppure hanno molto in comune con essa. In particolare, è vicina al concetto di biblioterapia centrata sull’utente, ovvero quella che parte dai bisogni delle persone per fissare degli obiettivi e raggiungerli attraverso la scelta del libro giusto per la persona giusta, grazie al Processo biblioterapeutico. Questo possiamo intravederlo nelle leggi A ogni lettore il suo libro e A ogni libro il suo lettore. Non c’è dubbio che queste due contengano una dinamicità che non è limitata la servizio di prestito, ma che va molto oltre.
La legge I libri esistono per essere usati è fortemente slegata dall’idea a sacra della lettura, che parte da preconcetti elitari dove solo i libri di un certo livello sono degni di essere letti, favorendo lo stimolo a prendere dagli scaffali tutti i libri e analizzarli per capire quali potrebbero essere davvero utili e alla portata dei lettori. Anche Risparmia il tempo del lettore è una legge che mette al centro l’utente/lettore. Ma cosa si può dire di quella che recita La biblioteca è un organismo che cresce?

Sviluppi futuri delle biblioteche e della biblioterapia

Ranganathan credeva nella trasformazione delle biblioteche, che oggi stanno cercando di sviluppare una metamorfosi al passo con i tempi. Questo è quello che sta accadendo anche alla biblioterapia, che nelle biblioteche può trovare posto, accompagnando queste trasformazioni. La dinamicità della biblioterapia è simile a quella delle biblioteche e sempre di più appare realizzabile la possibilità che si incontrino. Pensare alla biblioteca come un organismo che cresce significa proiettarla verso il futuro, con la possibilità che diventi davvero, e finalmente, un luogo per tutti.

Conclusioni

L’accenno che ho fatto sulle leggi di Ranganathan sono davvero minime e meriterebbero una più estesa trattazione. Ciò non toglie lo stupore immediato per il fatto che dei concetti legati al mondo delle biblioteche siano così vicini alla biblioterapia. Prima di approfondirle attraverso il libro di Bianchini, ho provato la sensazione che si prova quando s’incontrano persone che ci somigliano, che sappiamo prima di conoscerle che non ci tradiranno. La popolazione generale pensa alla biblioteca come un luogo in cui si accumulano libri e si prestano, senza rendersi conto che è in corso un cambiamento epocale. Anche per loro. E che tra quei cambiamenti potrebbe esserci anche la biblioterapia, posta in quel luogo che ha leggi che tanto le assomigliano.

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