Progetto senza titolo (34)

L’estate è amica dei lettori

Quando lavoro nei gruppi di biblioterapia chiedo sempre alle persone se sono delle lettrici o meno. Una folta schiera di queste affermano che no, non sono lettrici perché leggono solo d’estate. Questo entra in conflitto con i diritti del lettore di Pennac secondo cui la libertà della persona nel suo rapporto con i libri deve essere includente, tanto più che il diritto di non leggere appartiene ai lettori. Questo genere di persone potremmo chiamarle “lettrici e lettori estivi”? E che caratteristiche hanno?

Quando lettura fa rima con riposo

La maggior parte delle persone che leggono solo d’estate afferma di farlo in questo periodo perché nel resto dell’anno non hanno tempo. Se proviamo a scavare un po’ di più, scopriamo che solitamente per loro è difficile concentrarsi serenamente sulla lettura. Molti riferiscono il tentativo di leggere in inverno trovando il tempo prima di andare a letto, ma che l’operazione si rivela altamente soporifera e per questo viene abbandonata. E c’è da crederci. Perché i ritmi che siamo abituati a sostenere sono davvero intensi: chi per il lavoro, chi per la famiglia, la maggior parte per entrambi. Qualcuno contesterà che per i social tutti trovano il tempo e che quindi si tratti di una scusa, ma io non credo. I dipendenti dai social lo sono anche d’estate e non sentono la necessità di giustificarsi, anche perché appartengono al 60% degli italiani che non legge neppure un libro all’anno senza che questo li sconvolga. I lettori estivi sono, invece, dispiaciuti quando si parla con loro di questo, e il piacere che viene dalla lettura estiva è talmente forte che non riescono a definirsi dei veri lettori poiché credono che la vera lettura sia faticosa. Eppure quelli che sotto l’ombrellone si divorano quattro o cinque libri riescono a collocarsi tra quelli che in Italia sono considerati lettori medi (vedi qui le statistiche). E questo ci dice molto.

Il piacere della lettura in vacanza

Godersi la lettura in vacanza significa entrare in un senso di rilassatezza estremo e in uno stato di evasione. Già le ferie rappresentano un mondo parallelo fisicamente diverso da quello consueto, con l’utilizzo dei libri è possibile fare un’esperienza ulteriore con la mente, in presenza di uno stato fisico che oserei definire alterato. In poche parole, ci si droga con i libri perché leggere quando già si sta da dio porta a vette di piacere davvero intense. È per questo che poi si stenta a definirsi lettori. Se la scuola ci ha convinto che i libri sono fatica e obbligo, com’è possibile che un’esperienza di questo tipo sia la stessa cosa? Così me li ritrovo nei laboratori di biblioterapia nel tentativo di avvicinarsi ai libri nonostante l’inverno, sentendosi in colpa per aver goduto tanto durante l’estate e per l’incapacità di leggere nei mesi freddi e bui.
Quello che faccio in questi casi è legittimare fortemente i lettori estivi. Appartengono alla nostra comunità, sono dei nostri. Non possiamo considerarli figli di un dio minore perché ognuno è lettore a modo proprio. La stessa situazione accade quando sono di fronte agli amanti di Graphic Novel che non si sentono di definirsi lettori. vi chiederete: ma davvero c’è qualcuno che pesa i lettori giudicandoli? Ebbene, purtroppo sì. Negli ambienti più acculturati vale solo la lettura dei classici e una costanza annuale di lettura. Possibilmente in lingua originale. Purtroppo la supponenza è una brutta bestia.

Cosa si legge d’estate

In estate si leggono solo libri leggeri? Non è detto. Non sono pochi coloro che ripescano dei classici dai ricordi scolastici e ci riprovano. Altri colgono l’occasione per affrontare argomenti anche complicati, purché narrati con un registro non troppo pesante. Poi, senz’altro, la maggior parte mira a delle letture il più leggere possibili. Ma anche questo concetto andrebbe rivisto dato che quello che per me è leggero, per altri non lo è.
Quando parlo di questo genere di cose torno sempre al concetto di piramide della lettura, ovvero al fatto che leggere è un continuo crescere come lettori, raggiungendo in questo modo capacità di affrontare libri sempre più complicati. Ma se questo è vero, significa che anziché giudicare i lettori di libri leggeri, serve aiutarli a fare un balzo in avanti. Esistono libri di pregio che non vengono presi in considerazione semplicemente perché il mercato editoriale mira sempre e solo a vendere nuovi titoli, a costo di intasare il mercato e smerciare il peggio che esista. Lo sappiamo tutti che almeno l’80% delle nuove pubblicazioni sono di pessima qualità, ma è su di loro che converge tutta la comunicazione pubblicitaria e che riempiono gli scaffali delle librerie.

Conclusioni

Alzi la mano chi non ha nella propria libreria libri di cui un po’ si vergogna, o ha in programma di comprarne. In questo momento davanti a me troneggia una torre di manga che potrebbero rovinarmi la carriera se i titoli fossero resi noti e non sono davvero pochi i romanzi riprovevoli e di bassa lega che si nascondono tra le fila dei classici e dei libri onorevoli. Ma noi lettori siamo così: ci piace la cultura, ma anche la spregiudicatezza, senza lasciarci mancare la giusta trasgressione. I lettori sono gente libera, che non giudica e non si lascia giudicare. Un lettore non si riconosce dal fatto che legga 5 libri d’estate o 40 libri durante l’intero arco dell’anno, ma dalla sua capacità di considerare la lettura un baluardo della libertà.

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