Il 4 e 5 ottobre si è tenuta a Budapest la 1st European Biblio/Poetry Therapy Conference, ovvero la 1^ conferenza europea sulla Biblio/Poesiaterapia a cui hanno partecipato associazioni ed esperti. Ho avuto l’onore di essere invitato come presidente della BIPO e rappresentante dell’Università di Verona e del suo Master in Biblioterapia e voglio raccontarvi com’è andata.
Compagni di viaggio
Sono stato davvero in felice compagnia in questi giorni ungheresi. Con me c’era Dome Bulfaro, uno degli esponenti più importanti in Italia della Poesiaterapia, Irene Monge, filosofa della narrazione e consellor, Paolo Maria Manzalini, psichiatra che lavora con strumenti narrativi nella pratica clinica. Con noi che componiamo il direttivo della BIPO c’era Luca Buonaguidi, psicologo esperto nell’utilizzo della Poesiaterapia in ambiti clinici e autore di Poesia e psiche.
Insieme abbiamo rappresentato l’Italia e abbiamo composto una compagnia che si è ben integrata in un panorama internazionale dove è stato possibile confrontarci attivamente oltre che portare le nostre esperienze. Alcuni di noi hanno relazionato, altri hanno condotto laboratori, ma tutti siamo stati protagonisti di un evento importante che avrà un futuro.
Paese che vai, biblio/poesiaterapia che trovi
Le relazioni che si sono susseguite sono state davvero molte, così come i laboratori. Tante le esperienze, davvero numerose e differenti tra loro, anche perché i partecipanti erano di estrazioni molto diverse. C’erano singoli professionisti alla ricerca di un gruppo di riferimento, esponenti universitari impegnati nella ricerca e nella formazione, associazioni dedite a diffondere la biblio/poesiaterapia nei territori di appartenenza. I punti di vista portati alla nostra attenzione sono stati ben differenziati sia per metodologia sia per setting. Aver trovato un infermiere tedesco e un’infermiera inglese che utilizzano la biblio/poesiaterapia è stato molto bello, mi ha fatto riflettere al mio passato professionale e alla possibilità che prima o poi anche in Italia si possano vedere esperienze di questo tipo negli ospedali.
L’importanza delle relazioni fuori dai tavoli
Le relazioni costruite tra i partecipanti sono state tante e molto arricchenti. Incontrare persone che si occupavano di biblio/poesiaterapia come noi, provenienti da ogni parte d’Europa, è stato stimolante in maniera incredibile. Difficilmente si ha la possibilità di stare tra così tante persone dalla differente provenienza geografica, ma con lo stesso interesse. Salvo pochi casi, solitamente ci si trova nei rispettivi paesi in una posizione di continuo sforzo per aggregare e formare. A Budapest, invece, ci si è sentiti trasportati verso un futuro di possibilità. Non più in prima linea, ma dentro a un mazzo di fiori sbocciante, persone con cui abbiamo condiviso il cibo e le esperienze con una sintonia non comune e mediata dall’inglese per comunicare tra nativi differenti.
Conclusioni
Alla chiusura delle due giornate di lavori, Judit Béres, organizzatrice dell’evento, ci ha dato appuntamento per l’anno prossimo in Finlandia per la seconda conferenza. C’è stato un boato di gioia nella sala. Noi del gruppo italiano il giorno dopo, mentre andavamo in aeroporto, abbiamo cominciato a sognare la possibilità di portare la terza edizione in Italia: chissà!
Intanto ci prepariamo alla prima conferenza online della BIPO, dove parleremo approfonditamente dell’esperienza ungherese e di quello che abbiamo imparato, condividendo con i soci e non soci che vorranno partecipare.
A dicembre tutti noi relatori consegneranno i nostri peaper e poi gli atti saranno pubblicati, probabilmente online, e quindi disponibili a tutti. È la comunità scientifica e i professionisti esperti che si aprono al mondo per far conoscere un’evoluzione che deve continuare. Perché il bello deve ancora venire.
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