La trasversalità della biblioterapia come disciplina impone riflessioni diverse per i diversi settori in cui viene applicata. Se in Italia sono rari gli articoli e le ricerche sulla biblioterapia praticata in loco, ancora di più lo sono quelle in settori specifici. Per questo la presentazione del presente articolo è particolarmente interessante.
Biblioterapia per gli assistenti sociali
L’articolo in questione descrive la prima esperienza di formazione con il metodo biblioterapeutico
in un Servizio Sociale (Comune di Pordenone) con un gruppo di assistenti sociali impegnate a
riflettere su come i pregiudizi verso le persone con un corpo che si discosta dalla norma sociale
possono impattare sulla relazione d’aiuto. Nel laboratorio formativo è stato esplorato il tema delle
microaggressioni nei confronti di quattro categorie di persone: con corpo obeso, transgender, con
condizione invalidante, con corpo razzializzato.
L’esperienza ha mostrato come la letteratura e il confronto guidato in piccolo gruppo può
aumentare il grado di consapevolezza degli stereotipi e dei pregiudizi degli operatori, e favorire
così il processo di empatia verso le persone meno conformi e a rischio di emarginazione. Il titolo dell’articolo, pubblicato sul n. 3-4, Estate-Autunno 2024 di Prospettive Sociali e Sanitarie è Identità marginalizzate: un laboratorio di biblioterapia nel Servizio sociale e l’autrice è Patrizia Corazza, assistente sociale del Comune di Pordenone e diplomata al Master in Biblioterapia all’Università di Verona.
La biblioterapia come strumento della formazione
Il case study descritto è interessante oltre che per l’argomento specifico, anche per l’obiettivo che il percorso di biblioterapia si pone: la formazione degli assistenti sociali. Comunemente la biblioterapia dello sviluppo è considerata utile per l’allenamento delle Life skills e come metodo riflessivo e autoriflessivo. In questo caso l’orizzonte è quello della formazione di gruppo. Infatti, ci sono questioni che non possono essere insegnate attraverso lezioni frontali. I sentimenti dell’altro non sono comprensibili senza un passaggio empatico strutturato. Molti problemi di relazione sono tracciabili dalla teoria, ma solo nel confronto nel gruppo è possibile comprenderli pienamente. È questo l’orizzonte in cui si pone la biblioterapia formativa: strumento che attraverso strumenti narrativi amplifica la possibilità del gruppo di ragionare su questioni inapprendibili in altro modo.
La ricerca italiana sulla biblioterapia
Lo sforzo necessario in questo momento storico per la biblioterapia è la ricerca. Il centro di ricerca interdipartimentale Biblioterapia e Shared Reading. I libri per il benessere con cui collaboro come membro del comitato scientifico sta lavorando attivamente per dare vita a un filone di ricerca italiano partendo dall’acquisire competenze da chi all’estero ha già esperienze estese. Per questo motivo l’Università di Verona in autunno accoglierà come visiting professor una importante esponente della ricerca sulla biblioterapia britannica di cui tornerò a parlare nei prossimi mesi. Sarà un ulteriore passo per entrare con tutte le carte in regola nella ricerca internazionale.
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