Ci è voluto un anno, ma ne è valsa la pena. Dal 18 aprile saranno disponibili in tutte le librerie fisiche e online gli atti del convegno internazionale tenuto a marzo 2024 all’Università di Verona Biblioterapia in biblioteca e a scuola. Si tratta di una curatela svolta con Enrico Meglioli, che lavora con me al Master in Biblioterapia e nel centro di ricerca interdipartimentale Biblioterapia e Shared Reading. I libri per il benessere, sempre all’ateneo scaligero.
Strumenti per i professionisti
Ma cosa significa pubblicare gli atti di un convegno nell’ambito della Biblioterapia? È una tappa fondamentale per costruire un apparato scientifico di studi e ricerche sull’argomento, che abbia una matrice italiana e una ricaduta sulla pratica professionale. La comunità nascente di facilitatori di biblioterapia e biblioterapeuti deve essere sostenuta e incoraggiata, attraverso uno strumento come questo diventa possibile ragionare insieme in modo indiretto per crescere professionalmente. Certamente serve tempo e tanto lavoro. Credo che sia importante continuare a seminare. Il lavoro che stiamo facendo in università ha come obiettivo la crescita di una ricerca sempre più specifica e mirata da condividere: niente astrazioni accademiche, ma studi che i professionisti possono studiare per alzare il livello di competenze e di applicazione.
Nuovi territori da esplorare
Le ricerche che stiamo conducendo all’Università di Verona hanno come obiettivo anche quello di studiare territori inesplorati. Si tratta di studiare l’applicazione in ambiti inconsueti, ma importanti e di verificare l’utilizzo di tecniche integrate. Parliamo in questo caso di Biblioterapia integrata con altre discipline. Quest’ultimo caso ha pochi studi a disposizione e per questo serve irrobustire la ricerca. Se osserviamo quella sulla Biblioterapia integrata, in Italia non ce n’è quasi nessuna.
Sarà quindi interessante la prossima pubblicazione (prima dell’estate) di un articolo sull’applicazione della biblioterapia dello sviluppo con conduzione da parte di psicologhe in ambito di riabilitazione dall’alcolismo, un case study in cui sono stato supervisore e di cui tornerò a parlare nel dettaglio quando lo inserirò nella Biblioteca di Biblioterapia.
Sto lavorando anche con il musicoterapista e arpista Emiliano Martinelli riguardo la Bibliomusictherapy, che a livello internazionale ha solo due studi e che necessita di essere applicato e osservato così da documentarne l’efficacia.
Il futuro della Biblioterapia sta nella ricerca
Parlo di ricerca e non posso negare le difficoltà esistenti. Se per gli studi in genere è difficile reperire fondi, per la Biblioterapia lo è ancora di più. Si tratta di una disciplina nuova nel nostro Paese che, inevitabilmente, deve fare i conti con il fatto di essere sconosciuta ai più e di essere solo agli inizi di indagini accademiche.
Quello che stiamo facendo al centro di ricerca Biblioterapia e Shared Reading. I libri per il benessere procede a piccoli, ma continui, a dispetto delle difficoltà a reperire risorse. Non dubito che in futuro arriveranno, ma stiamo creando un desiderio di fare ricerca applicando uno sforzo che supera il valore delle risorse attualmente disponibili. Fare molto con poco sembra uno slogan, eppure sta funzionando. E quando le risorse si faranno più ricche, saremo pronti per moltiplicarne le possibilità.
Conclusioni
Nella ricerca sulla Biblioterapia credo molto. Non c’è futuro per una disciplina seria che non si appoggia sulla ricerca. Oggi la Biblio/Poesiaterapia si trova influenzata negativamente da pseudoattività di Biblio/Poesiaterapia da una parte e da detrattori della tecnica dall’altra. Ma non ho dubbi: la ricerca sarà in grado di collocare questa disciplina sotto la giusta luce, ricevendo il meritato riconoscimento e distinguendosi dalle attività imitatrici.
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