Per quanto ci si possa fare l’abitudine, è sempre un’emozione chiudere un ciclo di formazione con un gruppo conosciuto un anno prima. La discussione delle tesi di master con la consegna dei diplomi (quella conclusa è la terza edizione) è un evento particolare che dà vita a tre momenti distinti: la raccolta dei frutti del lavoro svolto, l’elaborazione accademica e le emozioni in movimento.
La raccolta dei frutti del lavoro
Ogni studentessa e ogni studente del Master in Biblioterapia è chiamato a svolgere attività di biblioterapia all’intero di due project work: uno all’interno del proprio ambito professionale e un secondo al di fuori. Il frutto del lavoro svolto troverà collocazione all’interno di una tesi che conterrà oltre all’esperienza, anche una parte introduttiva della disciplina. Dalla quarta edizione, le ore richieste di project work sono salite a 20. È un momento talmente importante e necessario che, a partire dalla prima edizione, ci siamo resi conto che serve uno sforzo maggiore per terminare la formazione acquisendo le abilità necessarie a essere operativi ed efficienti, in grado di lavorare in setting complessi e differenti tra loro. Se la discussione della tesi rappresenta la conclusione di un percorso, la sua scrittura ne è parte integrante. Esattamente come la scrittura può essere terapeutica, altrettanto può essere formativa, rendendo lo studente più consapevole e più capace di autoanalisi.
L’elaborazione accademica
Le cinquanta tesi delle studentesse e degli studenti passati attraverso il Master in Biblioterapia rappresenta una visione pluralistica della Biblioterapia. Non c’è dubbio, come in ogni percorso formativo, che ci sia chi è più brillante e chi meno, chi ha una visione futura e chi raccoglie tutto nel presente, chi ha idee fuori dal comune e chi riesce a far fruttare la disciplina esistente, chi approfondisce il proprio setting professionale e chi trova una via di evasione dal proprio lavoro.
Le tesi appartengono a quella che i bibliotecari e gli archivisti classificano solitamente come “letteratura grigia“, ovvero quei lavori non pubblicati, ma che hanno contenuti di valore e che possono fornire un apporto importante agli studiosi e agli studenti. Diventa l’opportunità per lo studente di fare sintesi e focalizzare il proprio lavoro. E per gli studiosi di osservare le variegate possibilità a cui dedicare interesse, idee in libertà che contribuiscono all’evoluzione della disciplina.
Emozioni in movimento
Non meno importante è il congedo da un gruppo seguito per più di un anno. Passano il tempo e le edizioni, ma rimane un momento emozionante. È anche impegnativo per me, che desidero poter dire le ultime cose a quelli che sono stati miei studenti prima che diventino colleghi: complimenti, raccomandazioni, suggerimenti. Dopo quel momento il mio ruolo cessa; con alcuni ci si rivedrà, ma il rapporto sarà diverso. Alcuni seguiranno miei corsi di aggiornamento, gruppi di supervisione o laboratori. Con altri ci incontreremo per un caffè e scambi informali. Cerco sempre anche di coinvolgere qualcuno nel centro di ricerca. Purtroppo, dopo i diplomi dello scorso anno – consegnati con una festa nel parco dell’Università davvero superlativa – in autunno ho dovuto apprendere che non tutti si sono allontanati mantenendo la stima che credevo. Ho dovuto accettare che non si può piacere a tutti e imparare a chiudere questi cicli con più realismo (sono un lettore da lieto fine, e questo ha il suo effetto). Mio malgrado, rivesto un ruolo che talvolta pesa. Ma credo troppo nella biblioterapia per farmene un cruccio. Nasco come infermiere che si prende cura, non come professore austero che lascia gli studenti alle spalle senza curarsi di quello che pensano. Ma anche da vecchi si cresce, ed è quello che sto facendo anch’io.
Conclusioni
La gioia che provo nel consegnare al mondo un gruppo che ha frequentato quello che sento come il mio master non è descrivibile. A chi se ne va chiedo sempre di avere i feedback sui difetti del percorso formativo, non sulle cose positive. Sono le cose da correggere che vanno evidenziate. E mentre la 4^ edizione si avvia alle due settimane d’estate in cui ci troveremo all’Università per le simulazioni, sto lavorando per l’apertura delle iscrizioni della 5^edizione. Si continua a crescere, si continua a spargere il potere dei libri per il mondo. È sempre più difficile, ma sempre più entusiasmante. Perché essere lettori significa questo: permettere continuamente che nuove storie prendano vita.
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