Nel corso di formazione che ho da poco terminato a Milano, nello svolgere le simulazioni di conduzione abbiamo potuto confrontarci con una corsista che aveva non solo competenze di lettura espressiva, ma anche una voce gradevolissima. Essendo in un contesto in cui le voci ascoltate erano più di una, è balzato all’occhio l’efficacia del leggere in quella modalità.
Amplificare la Biblioterapia con la lettura espressiva
Nell’ambito della Biblioterapia, la voce, con le sue caratteristiche e utilizzata attraverso competenze di lettura espressiva a voce alta, diventa uno strumento dalle molteplici potenzialità. Non stiamo parlando della ricaduta sulla mente dell’ascoltare qualcuno leggere, che gli studi del professor Federico Batini dell’Università di Perugia ha consolidato.
Saper leggere con competenza aiuta il facilitatore nel suo lavoro e gli utenti possono amplificare i benefici che la biblioterapia può avere su di loro
I vantaggi della lettura espressiva in Biblioterapia
La lettura espressiva a voce alta da parte del facilitatore offre benefici significativi, specialmente in specifici contesti di biblioterapia. È fondamentale sottolineare che questi vantaggi si manifestano nei setting in cui il facilitatore legge direttamente i brani, a differenza di approcci in cui gli utenti leggono autonomamente o il testo viene letto prima dell’incontro.
Quando il facilitatore possiede competenze di lettura a voce alta, si riscontrano due vantaggi principali:
- Mantenimento e Aumento dell’Attenzione: Una lettura competente permette di presentare brani più lunghi senza che l’attenzione degli utenti cali o, peggio, che si annoino. A volte, per offrire un testo completo e coerente, è necessario estendersi un po’. La lettura espressiva mantiene alta la concentrazione e può persino accrescere l’interesse.
- Aumento dell’Attenzione a Parità di Lunghezza del Testo: La capacità di catturare l’attenzione attraverso una lettura brillante migliora notevolmente l’esito del laboratorio, anche con testi di lunghezza standard. Questo è particolarmente vero in setting impegnativi, come nelle scuole con gli adolescenti, spesso impazienti, o con utenti con capacità cognitive ridotte. In questi casi, una lettura espressiva può portare a esiti inaspettati e positivi.
L’Importanza della voce in Biblioterapia
La nostra voce ci caratterizza in modo profondo, influenzando persino come il nostro corpo viene percepito. Una voce acuta in un uomo imponente o una voce profonda in una donna minuta possono modificare sostanzialmente la visione che abbiamo di quella persona. La cura della voce inizia proprio dalle sue caratteristiche innate, quelle che non possiamo cambiare.
Tuttavia, è possibile decidere come incanalare la propria voce. A volte, è più efficace esaltare una caratteristica distintiva piuttosto che sforzarsi di attenuarla. Oppure, semplicemente, si tratta di fare pace con la propria voce e lavorarci senza sentirsi a disagio. Quanti di noi apprezzano la propria voce registrata? Probabilmente pochi. Ma utilizzare la propria voce in un’attività come la Biblioterapia significa impegnarsi per migliorarla, accettandola e valorizzandola.
Le competenze della lettura espressiva in Biblioterapia
Non c’è dubbio che, durante una lettura ad alta voce, ci siano delle sfumature nel governare la voce che spesso sfuggono ai meno esperti. Proprio come accadeva a scuola, chi non è abituato a leggere in pubblico tende a correre per arrivare alla fine del testo. Eppure, sappiamo bene quanto una lettura lenta e cadenzata possa essere affascinante. Rallentare, però, può essere una vera sfida.
C’è poi un mondo intero da esplorare nella gestione della punteggiatura, che andrebbe considerata quasi con venerazione, dato che lo scrittore l’ha pensata in quel preciso punto e non altrove.
Ultimo, ma non certo per importanza, è il tono della voce, da modulare a seconda dei personaggi e delle situazioni. La lettura non può essere monotona. La voce deve accompagnare il significato del testo, portando enormi benefici agli utenti: non solo una maggiore comprensione del contenuto, ma anche la capacità di percepire le emozioni generate dagli eventi descritti. Quando la lettura si conclude, tutto questo facilita una discussione più efficace e sentita.
L’Importanza del corpo nella lettura espressiva
La lettura ad alta voce non si limita alla sola emissione sonora: anche il corpo partecipa attivamente. Attenzione, però: non stiamo parlando di movimenti teatrali o di recitazione, che sono attività ben distinte. Piuttosto, ci riferiamo all’uso della mimica facciale, del movimento del capo, delle mani e delle braccia, e talvolta anche di lievi spostamenti del corpo.
Tutto è centellinato affinché le vere protagoniste rimangano la voce e la narrazione. Tuttavia, è fondamentale essere consapevoli che l’accompagnamento del corpo completa la trasmissione di ogni elemento presente nel testo: la trama, le emozioni, i dubbi e le incertezze. In questo modo, l’ascolto di una lettura diventa un’attività corporea.
Se è vero che i neuroni specchio si attivano quando osserviamo un’attività motoria, nel contesto di una lettura ad alta voce in un laboratorio di Biblioterapia questo concetto è valido doppiamente: sia nell’osservare lo sviluppo della trama nel libro, sia nel guardare il lettore che, con la voce e con il corpo, trasmette l’essenza del testo.
Il mondo della lettura espressiva a voce alta è davvero incredibile.
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