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Utilizzare positivamente la censura? Si può.

 

Conoscete l’American Library Association (ALA)? Non so dire se esiste un  corrispettivo italiano, ma vale la pena approfondire una funzione molto interessante che svolge da alcuni anni e non sviluppata in Italia: quella di segnalare i libri che vengono censurati. Sì, perché accade ancora. Qui trovate gli elenchi dei libri censurati (negli Stati Uniti) anno per anno dal 2001 a oggi.

Ma cosa significa censurare e chi lo verifica? Precisiamo: spesso la censura passa inosservata. In Italia fa clamore quando un politico agisce sulla biblioteca pubblica, pretendendo che un libro sia tolto dal catalogo, oppure collocato dove desidera lui (come è accaduto qui). Le biblioteche scolastiche in Italia sono poco diffuse, ma anche in questo caso può accadere, salvo che  può essere il dirigente o altre figure dirigenziali a fare queste scelte e la cosa passa sotto silenzio nella maggior parte dei casi. Nelle scuole private è pressoché impossibile svolgere tale verifica, ma è se pensiamo a quelle a indirizzo cattolico è certo che alcuni libri non saranno mai messi a disposizione. Segnalare i libri censurati permetterebbe di aprire un dibattito a cui ancora non stiamo assistendo nel nostro Paese.

Immaginate un elenco di tutti i libri in qualche modo censurati. Non esisterebbe più il problema tanto temuto per cui la censura possa essere di destra o di sinistra, rendendo l’analisi puramente politica. Si potrebbe finalmente dibattere pubblicamente sui contenuti e fare in modo che ognuno possa dare un giudizio a riguardo. Se notate, nell’elenco dell’ALA, accanto al titolo del libro è scritto il motivo della censura. Questo permette anche ai comuni cittadini di acquistare per conto proprio il libro (o prenderlo in prestito in una biblioteca più lungimirante) e giudicare da sé. Infatti, non si tratta di un Indice dei libri proibiti, ma l’esatto contrario: un elenco di letture “sconsigliate” da giudicare, per capire da che parte la società sta andando.

Ma chi svolge questo tipo di censimento? Consapevoli che dall’82% al 97% dei casi di censura non viene rilevati, l’ALA ha istituito un apposito ufficio chiamato Office for Intellectual Freedom fondato nel 1967. Una delle sue funzioni è quella di raccogliere segnalazioni e analizzare i casi portati all’attenzione dai media.

E in Italia chi svolge tale compito? Io credo nessuno, ma se avete informazioni diverse in merito, condividetele nei commenti.

 

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