
E arrivato il fatidico giorno in cui iniziare i festeggiamenti per il settecentenario della morte di Dante Alighieri e in queste ore sta circolando la notizia che a Orvieto è stato ritrovato un quadro del tutto particolare. Il dipinto raffigura un Dante con la barba, databile tra Cinquecento e Seicento, che corrisponde alla descrizione che di lui fece Boccaccio. E’ qui che il mistero si infittisce: se Giovanni Boccaccio è stato colui che, temporalmente più vicino, lo descrive con la barba, perché tutta l’altra iconografia lo vede senza? E’ vero che Boccaccio non lo conobbe di persona dato che aveva otto anni quando il Sommo Poeta morì, ma certamente sarà entrato in contatto con qualcuno che lo ha conosciuto. Qui potete trovare un’interessante intervista a un esperto riguardo il dipinto e il mistero della barba.
Domani il mio Dantedì lo passerò parlando (purtroppo online) di biblioterapia a un gruppo di bibliotecari e ne sono davvero felice. Quale omaggio maggiore si potrebbe fare a Dante se non quello di onorare i libri e la lettura?
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