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Il romanzo storico come strumento per la biblioterapia

 

Molte volte la scelta dei testi da utilizzare in biblioterapia ricade su romanzi del nostro tempo, in cui sia facile sviluppare il processo di identificazione e dove il linguaggio sia vicino a noi. Ma la vastità della letteratura dovrebbe indurci a cercare altrove, per individuare nuovi strumenti che potrebbero, una volta sperimentati, rivelarsi efficaci più di quelli usualmente utilizzati. Il romanzo storico è, tra i materiali letterari, quello meno usato. Credo sia un errore. Se da una parte l’identificazione è fondamentale nelle dinamiche della biblioterapia, e la letteratura contemporanea è in grado di svilupparla, dall’altra la distanza che offre un romanzo storico può aiutarci a guardare da lontano qualcosa che comunque ci riguarda. Spesso le atmosfere di un tempo passato, le abitudini differenti, le consuetudini sociali completamente diverse così come le relazioni personali, possono creare riflessioni ed emozioni generatrici di dibattiti nei gruppi di biblioterapia molto produttivi. Certo, ammetto che il lavoro e le conoscenze necessarie al facilitatore di gruppi diventano particolarmente impegnative, eppure vale la pena. Molte volte nei gruppi di crescita personale può nascere un grande affetto per questo genere di romanzi e per la storia stessa. Il puzzle che nasce mettendo insieme la conoscenza di personaggi storici della stessa epoca, ad esempio, crea il desiderio di conoscerne altri, magari realmente esistiti e che si sono conosciuti tra loro. Ho sperimentato questa sensazione quando ho fatto un lavoro su Leonardo (qui) e poi su Raffaello (qui), scoprendo il momento storico in cui si sono incontrati Firenze, dove un Michelangelo iroso litigava con l’odiato vinciano e guardava con sufficienza il ragazzetto dal talento incredibile: esperienza bellissima! Da allora il desiderio di conoscere altri personaggi di quel periodo mi induce a leggere altre biografie e altri romanzi, in un magnifico circolo vizioso che apre nuove conoscenze e nuovi entusiasmi. Vorrei che proprio l’entusiasmo non fosse sottovalutato da chi opera nell’ambito della biblioterapia. Insegnare a entrare in uno stato d’entusiasmo generato dalla lettura e dalla discussione, andando a rafforzare alcuni ragionamenti e riflessioni, è un obiettivo tutt’altro che trascurabile. La biblioterapia dello sviluppo cerca di rafforzare le risorse personali di ognuno e godere di uno stato d’animo solleticato dai libri in senso positivo rende possibile una discussione che non avrebbe altrimenti gli stessi frutti. Vi sembra una cosa complicata? Sperimentate certe letture su voi stessi e guardatele semplicemente come una nuova freccia al vostro arco.

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